Un «soggetto ad alta pericolosità». Lo definiscono così gli inquirenti Giovanni Citarella, destinatario di un decreto di sequestro di beni per sette milioni di euro richiesto dalla Dda di Salerno (diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli) ed eseguito ieri dai militari del Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria (agli ordini del tenente colonnello Claudio Molinari e del maggiore Raffaele Napolitano) in esecuzione ad un provvedimento emesso dai giudici della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Salerno (presidente Gaetano Sgroia). Sette milioni di euro ma, secondo le stime dei finanzieri del comandante provinciale, colonnello Oriol Del Luca, sarebbero molti di più come precisato anche dal procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale: «Solo una delle società sequestrate fattura oltre sessanta milioni di euro all’anno». Imprenditore, ex presidente della Nocerina Calcio (di cui continuava fino a ieri a detenere alcune quote societarie) ma anche personaggio ritenuto dall’Antimafia contiguo alla criminalità organizzata, Citarella ha un lungo curriculum giudiziario(anche una condanna per tentato omicidio in concorso) ma non solo, come scrivono i giudici della Misure di prevenzione nel decreto, ha anche commesso dei reati spia, di carattere tributario ma anche di turbata libertà degli incanti, che hanno indotto alla richiesta del provvedimento. Non da ultimo, proprio con una società che in passato aveva avuto l’interdittiva antimafia, ha vinto una gara d’appalto con l’Anas per cinque milioni di euro. Altre due gare, invece, sono state vinta per la realizzazione di strade con il comune di Nocera Inferiore (importo d’asta 1,2 milioni di euro).
Secondo l’accusa, Citarella avrebbe avuto una disparità tra il reddito dichiarato e il suo tenore di vita.
Già in passato Citarella aveva commesso reati tributati, aveva fatto passare - si legge nel decreto - come semplice evasione fiscale «enormi movimentazioni sotterranee» necessarie per dar vita a «traffici dai contorni inquietanti, in quanto si avvaleva di schemi societari apparentemente fittizi capaci di rinviare a contesti altrettanto illeciti». Partono da queste considerazioni le indagini del Gico della finanza, su sollecitazione dello Scico, il Servizio centrale d’investigazione sulla criminalità organizzata, impegnato nell’operazione Doppio binario 2 volta proprio ad individuare soggetti dai profili di alta pericolosità sociale e la titolarità di patrimoni sproporzionati rispetto alla loro posizione fiscale. Citarella, dal canto suo, aveva a suo carico già una ipotizzata appartenenza ad un’associazione di tipo camorristico, nonché una serie di condotte di intestazione fittizia di beni, reati contro la Pubblica Amministrazione ed altri delitti associativi finalizzati alla commissione di illeciti di natura tributaria. Le indagini del Gruppo Investigativo Criminalità Organizzati di Salerno, hanno approfondito la sua posizione. Per ricostruire in maniera puntuale il suo effettivo patrimonio, i militari hanno incrociato le informazioni estrapolate dalle banche dati in uso e analizzato tutta la documentazione contabile e commerciale (tra cui i contratti di compravendita di beni e di quote societarie) acquisita, mettendo in luce il frequente ricorso, da parte dell’imprenditore, a prestanome per schermar l’effettiva titolarità dei beni (mobili ed immobili, oltre a partecipazioni societarie). Di qui la scoperta della società Infrastrutture stradaku scpa vincitrice dell’appalto Anas che, dopo alcune variazioni della compagine, è risultata infatti riacquisita dai familiari di Citarella ad un prezzo di cessione puramente simbolico.