Due bancarotte e 63 truffe on line:
sette anni all'imprenditore del web

Due bancarotte e 63 truffe on line: sette anni all'imprenditore del web
di Petronilla Carillo
Martedì 11 Maggio 2021, 06:10 - Ultimo agg. 12:06
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Sette anni e sei mesi di carcere perché responsabile di sessantatrè truffe accertate, due bancarotte e diversi altri reati a questi collegate. Non è andata bene ieri, per Andrea Milite, un imprenditore del web che è stato condannato dal gup Alfonso Scermino. Secondo la Procura di Salerno, che ha formulato la richiesta di condanna, l’uomo avrebbe organizzato false vendite di telefonini e altri prodotti informatici, per migliaia di euro senza mai dichiarare, sul proprio sito web, di praticare il drop ship, ovvero la vendita dopo aver, a sua volta, acquistato da società terze, ma di aver sempre dichiarato di avere il prodotto immediatamente disponibile. 

Secondo il giudice per l’udienza preliminare, dunque, la natura truffaldina dell’imprenditore del settore elettronico sarebbe evidente anche dalla poca chiarezza che avrebbe avuto con i suoi clienti, fingendo di avere sempre disponibili i prodotti venduti. Qualcosa nel sistema di vendite non è però andata beme e, quando il momento nero ha bussato alla porta, lui, pur di non perdere guadagni, ha continuato a vedenre pur non avendo crddibilità presso le società: in pratica intascava i soldi dei clienti senza impiegarli nell’acquisto dei cellulari presso le altre ditte. Insomma, prodotti che non sarebbero mai arrivati a destinazione. Ma non solo. Molite si sarebbe reso responsabile anche della bancarotta di due società, la Milite Group e Techoshop iniziando così a frodare non soltanto i clienti ma anche i fornitori.

Insomma, aveva allestito un sito che, pur potendo contare su una vecchia credibilità commerciale, era diventato a tutti gli effetti un sito fraudolento. E così sono iniziate le prime segnalazioni all’autorità giudiziaria, le indagini e l’amara constatazione delle truffe messe in atto. L’imprenditore, ricordiamo, aveva lavorava da Battipaglia ma riusciva a vebndere in tutta Italia i propri prodotti, cambiando spesso numeri di telefono di riferimento. Un comportamento truffaldino aggravato anche dalla non corretta concorrenza praticata dal primo momento quando non ha indicato il dropshipping. 

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