Turista francese morto in Cilento,
il buco di nove ore dopo l'allarme

Turista francese morto in Cilento, il buco di nove ore dopo l'allarme
di Carmela Santi
Lunedì 19 Agosto 2019, 08:00 - Ultimo agg. 16:42
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Nove giorni di ricerche, e di speranze tragicamente chiuse nel tardo pomeriggio di ieri. Il corpo di Simon Gautier, l'escursionista francese di cui si erano perse le tracce venerdì 9 agosto è stato ritrovato nei pressi del Pianoro di Ciolandrea nel comune di San Giovanni a Piro dove da giorni si stavano concentrando le ricerche da parte di tutte le forze dell'ordine con i carabinieri della compagnia di Sapri diretti dal capitano Matteo Calcagnile e numerosi volontari. È stato ritrovato dal soccorso alpino sotto al costone dove sono posizionati alcuni ripetitori di segnali televisivi.
 
Il corpo del ragazzo era sotto alle antenne nel lato destro. I soccorritori, impegnati da giorni nelle ricerche hanno dapprima individuato e recuperato lo zaino del 27enne francese e poi sono arrivati al corpo, ormai senza vita, dell'escursionista, che si trovava in fondo al burrone. Era lì da venerdì scorso. Non si è mai mosso dopo aver fatto la telefonata con la quale chiedeva aiuto. «Ho le gambe rotte - ripeteva nella telefonata - aiutatemi».

Il ritrovamento del corpo di Simon è avvenuto proprio mentre a Scario si svolgeva una veglia di preghiera ed una fiaccolata. I genitori del ragazzo sono stati subito informati nell'albergo in cui alloggiavano a Policastro. Con il padre, la madre ed il compagno di quest' ultima era arrivata dalla Francia anche la sorella di Simon. Ad informarli sono stati gli amici francesi del ragazzo che lo hanno appreso sul posto. «Sono distrutta, abbiamo avuto fino all'ultimo la speranza che Simon fosse ancora vivo». Così Asha, studentessa danese che condivideva a Roma l'appartamento con Simon. «Sono momenti terribili - aggiunge - quelli che stiamo vivendo noi, tutti suoi amici, una ventina dei quali sono giunti dalla Francia». «Sono stati fatti troppi errori - raccontano tra le lacrime gli amici - vogliamo che ci venga restituito subito il corpo».

Un equipe di psicologi francesi, messi a disposizione dall'ambasciata hanno raggiunto l'albergo per parlare con i genitori e i familiari. Scene strazianti. Un'intera famiglia distrutta dal dolore. Un epilogo drammatico al termine dell'ennesima giornata di ricerche, caratterizzate da una sola novità: il ritrovamento di tracce di sangue in prossimità della spiaggia della Molara di Scario. I reperti erano stati portati per gli esami nel laboratorio di analisi dell'ospedale di Vallo della Lucania, ma ormai è tutto inutile.

In mattinata il prefetto di Salerno Francesco Russo aveva incontrato l'Ambasciatore francese per fare il punto della situazione, sottolineando il massiccio spiegamento di forze in campo con il coinvolgimento di unità di personale specializzato dei Vigili del fuoco e del Soccorso Alpino. Le ricerche - i cui presunti ritardi sono stati smentiti dalla prefettura - si sono svolte su un territorio vasto e con molte asperità, con dirupi e inghiottitoi. Sono stati utilizzati anche i cani molecolari, addestrati per muoversi in territori montani, elicotteri e droni. Tanti i volontari della Protezione civile che hanno battuto la zona. Uno sforzo riconosciuto dalla Francia. Nella tarda serata il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian, oltre ad esprimere le condoglianze alla famiglia del giovane, ha ringraziato «le autorità italiane per la mobilitazione».

Da quanto ricostruito, il 27enne, giovedì 8 agosto, dopo essere giunto in treno alla stazione ferroviaria di Policastro, avrebbe dormito in tenda sulla spiaggia di Scario. Avrebbe, poi, spento il proprio cellulare durante la notte per riaccenderlo intorno alle 6 e mezzo del mattino, quando, presumibilmente, ha iniziato il suo percorso escursionistico, diretto da Policastro a Napoli. Ciò è stato confermato dalla madre di Simon, Delfina Godard. «Simon prima di partire ha lasciato una mappa del percorso, ma non so se mio figlio ha cambiato idea e ha preso un altro percorso», ha detto la donna. Alle 9.15, Simon ha chiamato il 118, riferendo di essere caduto in un dirupo e di essersi rotto entrambe le gambe. L'operatrice ha chiesto al giovane di tenere il telefono libero: «Ora provo con i carabinieri a localizzare il cellulare». Il telefono è rimasto acceso fino alle 18, i militari hanno provato più volte a chiamarlo, ma non hanno mai ottenuto risposta. «Il cellulare squillava, ma Simon non rispondeva - spiega il comandante Calcagnile -. Non lo abbiamo localizzato perché si trovava in un'area non coperta da internet. Anche gli operatori di Vodafone non sono riusciti a individuare la posizione esatta in cui si trovava».

Simon Gautier viveva a Roma e frequentava un dottorato in Storia dell'arte, dopo essersi laureato alla Sorbona. Era un appassionato di escursionismo e non era la prima volta che si cimentava in imprese del genere. Da quanto ricostruito il 27enne dopo essere giunto in treno alla stazione ferroviaria di Policastro, avrebbe dormito in tenda sulla spiaggia di Scario. E il giorno dopo si è incamminato per il sentiero di San Giovanni a Piro cadendo rovinosamente. Non si è più rialzato. Sul corpo sarà effettuata l'autopsia. Ci sono ancora molti punti interrogativi da sciogliere.
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