«Sistema Pagano», no del Riesame
all'arresto del sindaco campano

«Sistema Pagano», no del Riesame all'arresto del sindaco campano
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 09:20 - Ultimo agg. 10:51
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ROCCAPIEMONTE - «Nessuna prova che Carmine Pagano fosse parte integrante di quel "sistema" che farebbe da riferimento al fratello e giudice, Mario». Così il Tribunale del Riesame di Napoli ha respinto - con le motivazioni ora pubbliche - la richiesta di arresto avanzata dalla procura partenopea per il sindaco di Roccapiemonte. Difeso dal legale Giuseppe Buongiorno, secondo il ricorso presentato dai pubblici ministeri, il primo cittadino rocchese sarebbe stato «diretto beneficiario del meccanismo criminoso ideato e attuato dal fratello, finalizzato al conseguimento di vantaggi patrimoniali ed economici». Il Riesame è di pensiero opposto: «L’attuale piano indiziario non consente di provare l’intraneità del predetto al sodalizio criminale. Gli elementi acquisiti, pur concorrendo a provarne la piena adesione all’illecito modus operandi del fratello magistrato e agli obiettivi criminosi da questo perseguiti a vantaggio proprio e dei suoi più stretti congiunti, non consentono di ritenere raggiunta la prova logica indiziaria di un pactum sceleris intercorso tra Carmine Pagano e gli altri componenti del sodalizio».

Per i giudici, insomma, anche se fosse dimostrato che il sindaco avesse avuto conoscenza degli «illeciti moduli operativi» del fratello magistrato, ciò non basterebbe, allo stato attuale e per mancanza di prove, a giustificare una misura cautelare personale. Il prossimo gennaio, invece, i due fratelli insieme ad altri imputati, torneranno in aula, dinanzi al gup, per la conclusione dell’udienza preliminare. La Procura di Napoli ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per ventitré persone. Al centro dell’indagine, quel “sistema corruttivo” fatto di presunte mazzette, sentenze aggiustate per amici imprenditori ed episodi di corruzione in atti giudiziari.
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