Smaltimento illecito di rifiuti e sversamenti
nel Tanagro: denunciato un imprenditore

Smaltimento illecito di rifiuti e sversamenti nel Tanagro: denunciato un imprenditore
di Pasquale Sorrentino
Venerdì 4 Dicembre 2020, 10:53 - Ultimo agg. 18:51
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i carabinieri del Noe di Salerno hanno operato il sequestro preventivo di tutti gli impianti emananti emissioni in atmosfera di un noto opificio operante in Contrada Sant’Antuono nella zona industriale di Polla. L’insediamento industriale, esteso su una superficie di circa 10.000 mq, opera dal febbraio 2015 nel settore della produzione di profilati in alluminio, dal trattamento dell’alluminio grezzo, alla successiva verniciatura e finitura. 

Il procedimento penale è iscritto nei confronti del legale rappresentante della società. Si tratta di F.P. 63enne residente a Padula che dovrà rispondere del reato di attività illecita di gestione di rifiuti per aver smaltito illegalmente circa 8 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi costituiti da miscele e solventi, nonché per aver scaricato illecitamente in un affluente del fiume Tanagro i reflui industriali provenienti dal processo di lavorazione. La zona infatti non è servita da pubblica fognatura.

Ulteriore contestazione è riferita alla conduzione dell’attività industriale in assenza di autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Tutti i reati contestati sono sanzionati del Testo Unico Ambientale.

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Nel corso dei sopralluoghi intrapresi ad aprile incrociati con gli atti amministrativi acquisiti nei locali uffici comunali e i dati contabili dell’azienda riferiti agli ultimi 6 anni, i militari del Noe hanno rilevato infatti che gli impianti di verniciatura e cottura , seppur convogliati ad un impianto di abbattimento non erano autorizzati ed hanno accertato l’illecito smaltimento, avvenuto nel tempo, di circa 8.000 kg di Metiletilchetone, uno speciale solvente utilizzato per la pulizia dei rulli di verniciatura e classificato come rifiuto pericoloso. Al termine di ulteriori controlli ad ottobre è poi emerso che i reflui industriali non vengono più scaricati nell’affluente, ma immessi in vasche e riutilizzati per ulteriori processi, ma la necessaria autorizzazione alle emissioni in atmosfera, seppur richiesta solo dopo l’intervento dei Militari, non è stata emessa poiché dichiarata irricevibile. 

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