Sold out per il debutto di “Vlad Dracula”: parla il regista Ario Avecone

La prima al teatro Augusteo di Salerno, poi il tour in tutta Italia

Successo per il debutto di Vlad Dracula
Successo per il debutto di Vlad Dracula
di Barbara Landi
Sabato 21 Gennaio 2023, 19:46 - Ultimo agg. 21:32
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Sold out per il debutto del musical "Vlad Dracula” con la regia del salernitano Ario Avecone. Proprio Salerno è stata scelta per la prima dello spettacolo che dalla prossima settimana intraprenderà la tournèe nei maggiori teatri d’Italia, al Brancaccio di Roma, e poi Firenze, Fermo, Torino, Varese, Milano. Una scelta unconventional, quella di debuttare non nei grandi centri propulsori del teatro italiano, dettata dal legame forte con la città.

«Siamo contentissimi, perché abbiamo rischiato decidendo di replicare per tre giorni consecutivi.

Vedere la platea del teatro Augusteo gremita, sentire le vibrazioni del palcoscenico è emozionante. Grazie Salerno, mi aspettavo questo affetto, ma non così tanto. È giusto che questo spettacolo, a cui tengo tanto, parta proprio da qui, per il rispetto verso la terra che mi ha fatto nascere come produttore. È la mia terra che mi ha dato la forza e la voglia di fare questo salto nel buio, con una produzione così importante. Ne sono felice», esordisce Ario, autore del testo originale insieme a Manuela Scotto Pagliara, accompagnato dalle musiche inedite composte da Simone Martino sempre con Ario e Manuela.

In scena, un cast straordinario e, nei panni di Dracula, un altro salernitano, Giorgio Adamo, a vestire i panni di un eroe negativo, nell’immaginario simbolo di fascinazione e di incarnazione del male. Un’urgenza creativa con un risvolto, però, sorprendente, come promette l’autore, “perché in fondo Vlad non è così cattivo, è un uomo che cerca la sua donna, una storia d’amore che attraversa secoli”.

A catturare il pubblico dell’Augusteo l’ambientazione di fine Ottocento, in stile steampunk post-industriale, molto dark e noir, tra luci che disegnano in maniera straordinaria la scena, con atmosfere cinematografiche alla Tim Burton. A dominare è la ricerca musicale, che proietta lo spettatore in un spazio sonoro che spazia dal pop, al rock, all’R&B, all’hip hop.

«C'è di tutto in questo spettacolo, con una cifra stilistica unica, un bel lavoro che ha richiesto un tempo lungo. L’effetto finale è incredibile, con l'impatto sonoro che si fonde con l'impatto delle luci quasi da concerto», continua Ario.

Quattro mesi di audizioni e 1.200 candidati per la fase di casting: «Abbiamo cercato il meglio che c'era in circolazione. Per la qualità del cast, è attualmente il più importante musical che abbiamo in Italia. Tutti attori di livello altissimo. Dietro c’è un lavoro di costruzione dello spettacolo enorme».

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«Emergere dalla provincia, rispetto alle grandi realtà di Napoli, Roma, Milano, è più faticoso. È molto difficile convincere il gotha del teatro che, da una piccola realtà, possano nascere grandi produzioni.  Penso ci sia un problema anche un po' cittadino. La città di Salerno ha bisogno di dare spazio ai giovani autori che hanno voglia di creare. Per questo lancio un appello al Comune: Salerno ha bisogno di un altro spazio un po' più alternativo, oltre il Teatro Verdi ovviamente che fa un teatro più canonico.  Il Teatro Augusteo, ad esempio, è bellissimo: dovrebbe avere più possibilità di mettere in scena spettacoli di questo livello. Spazi per fare più ricerca, per sperimentare, per accogliere uno spettacolo come Vlad Dracula con tantissimi elementi in scena, luci, scenografie. Salerno è una realtà importante, anche con una squadra in Serie A».

Vlad Dracula porta con sé, inoltre, un messaggio di sostenibilità, a difesa del pianeta a partire proprio dalla scelta della sua ambientazione in Inghilterra, fine ‘800, all’inizio della seconda industrializzazione. «Proprio lì, dove sono state messe le basi per il nostro attuale globalizzato. Noi cerchiamo di sensibilizzare la gente, facciamo capire che il tempo non è infinito per la nostra terra e il nostro mondo. Quindi Dracula, che immortale, è a rischio anche lui, per colpa delle azioni dell'uomo. Il teatro può sensibilizzare le coscienze, può sperimentare, può dire cose che restano di più della televisione o del web, dove i messaggi scompaiono in pochi secondi.  Noi abbiamo il dovere di farlo come autori».

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