Sparò al vicino dopo una lite,
patteggia e va ai domiciliari

Sparò al vicino dopo una lite, patteggia e va ai domiciliari
di Nicola Sorrentino
Venerdì 14 Maggio 2021, 06:45 - Ultimo agg. 08:14
3 Minuti di Lettura

Liti condominiali continue, fino a quando l’imputato non decise di impugnare una pistola e sparare al suo vicino di casa, che mal sopportava. È stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione, con la scarcerazione in favore dei domiciliari, Francesco Garzillo, 59enne parcheggiatore della Nocera Multiservizi. L’uomo, difeso dall’avvocato Pietro Pasquali, ha patteggiato la sua pena per le accuse di tentato omicidio, ricettazione e detenzione illegale di arma da fuoco e munizioni. I fatti risalgono all’11 dicembre scorso, in via Tito Lucrezio Caro, nel quartiere di Piedimonte. La vittima, che riuscì a salvarsi dopo essere stato operato in ospedale, era Francesco Canale, 58enne con precedenti penali e un passato nella Nco negli anni 80 a Nocera Inferiore. Stando alle indagini del sostituto procuratore Angelo Rubano, i due mal si sopportavano da lungo tempo.


IL PRELUDIO
Qualche mese prima, la vittima - come raccontò l’imputato - avrebbe aggredito Garzillo insieme ad altre due persone, intimandogli di abbassare il volume della radio che a suo dire era troppo alto.

Quindici giorni dopo, i due ebbero una nuova discussione, sempre per le medesime ragioni. Fino a quando i due non si incrociarono qualche giorno prima dei fatti. Secondo l’interrogatorio di Garzillo sostenuto dinanzi al gip, una nuova minaccia della vittima lo avrebbe spinto ad agire. In quel periodo l’imputato si era recato a Napoli, per comprare una pistola e difendersi perché temeva nuove aggressioni. L’arma fu comprata nel quartiere Miano, a Napoli, con tanto di silenziatore. L’11 dicembre scorso, Garzillo impugnò la pistola e si recò presso la porta d’ingresso di Canale, suo vicino di casa. Tra i due vi sarebbe stata prima una colluttazione, poi l’imputato esplose due colpi da una Beretta calibro 22 semiautomatica. La vittima restò ferita al fegato, con una prognosi riservata in ospedale, dove fu trasferito a seguito di un primo soccorso effettuato da una persona che viveva a pochi metri dallo stabile.

Garzillo, dopo aver sparato, fece perdere le sue tracce. Si liberò della pistola, gettandola nelle acque del Solofrana. Fu poi raggiunto e arrestato dai carabinieri. L’intervento dei militari era stato sollecitato da alcuni condomini. Al giudice, Garzillo spiegò che non aveva intenzione di uccidere Canale, ma di essere arrivato al limite di sopportazione, specie dopo l’ultimo gesto minaccioso che a suo dire la vittima gli aveva riservato, durante un loro fugace incontro. Il clima ostile e di rancore maturato tra i due spinse, insomma l’imputato ad armarsi, con tanto di silenziatore, per intimorire il suo vicino. Al termine dell’indagine, l’imputato fu mandato sotto processo, che ha evitato con un patteggiamento in accordo con la Procura ad una pena di 4 anni e 8 mesi. Garzillo è stato poi scarcerato e sottoposto ai domiciliari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA