Salerno, spari a Mercatello e coltellate ai buttafuori, il gip: non gestiscono il loro istinto

La svolta sarebbe arrivata dall’analisi dei video acquisiti

Salerno, spari a Mercatello e coltellate ai buttafuori, il gip: non gestiscono il loro istinto
di Petronilla Carillo
Martedì 27 Dicembre 2022, 06:25 - Ultimo agg. 28 Dicembre, 09:29
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Il gip non convalida il decreto di fermo emesso dalla procura nei confronti del 22enne Agostino Di Lieto e del 20enne Enzo Farace per l’esplosione dei colpi di pistola a Mercatello, il 27 luglio scorso, davanti alla cornetteria Night and day, e l’accoltellamento di due buttafuori il 27 novembre all’interno del bar Verdi al parco Arbostella. Ma i due finiscono nell’istituto penitenziario di Fuorni in quanto il giudice per le indagini preliminari ha comunque emesso due ordinanze di custodia cautelare in carcere ritenendo «sussistente il rischio che gli stessi non appena se ne presenti l’occasione, occasione che può facilmente determinarsi alla luce dello stile di vita che loro stesso hanno dichiarato di condurre, ovvero ubriacarsi ogni volta che escono, reitereranno le condotte». Soprattutto il gip ritiene necessario dover sottolineare che «senza un apparente motivo entrambi gli indagati erano armati con armi micidiali e le hanno usate alla prima occasione utile» ritenendo la misura necessaria in quanto è evidente «l’incapacità di gestire i propri istinti». Sia Di Lieto, difeso dall’avvocato Luca Vollaro, e sia Farace, difeso dall’avvocati Bianca De Concilio, hanno confermato i fatti - scrive il gip - «con alcune precisazioni e specificazioni tese a diminuire le personali responsabilità». Il gip ha comunque escluso l’aggravante del metodo mafioso ritenendo che le persone offese abbiano soltanto avuto una scarsa voglia di collaborazione con le forze dell’ordine. 

Resta ancora da capire il movente di tanta violenza, il gip parla di «dolo omicidiario». In entrambi i casi, comunque, alla base di tutto ci sarebbero state delle discussioni. E sempre, ad agire, sarebbe stato Di Lieto. Nel caso dell’accoltellamento, però, anche Farace ha sferrato un colpo di lama. Sarebbe stato proprio quest’ultimo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, ad aver passato la pistola all’amico nel caso della sparatoria di luglio a Mercatello. I filmati, acquisiti proprio nei pressi della cornetteria, dimostrerebbero come Di Lieto abbia esploso i colpi a terra. Ci sarebbe anche un momento in cui Farace si avvicina all’amico e gli passa qualcosa, forse proprio l’arma che, comunque, avevano con loro. Con la vittima, che per fortuna non è rimasta ferita, Di Lieto avrebbe avuto una discussione all’interno della sala slot del locale: prima avrebbe avuto uquattro schiaffi e poi sarebbe stato preso a calci nelle gambe. Prima avrebbe urlato al giovane «te ne devi andare» e poi «ti sparo», dando seguito alle sue minacce. Un militare dell’esercito, che ha chiamato il 112, ha raccontato di aver visto Di Lieto alzare «il braccio» per esplodere i colpi. Per quanto riguarda invece il duplice accoltellamento, anche con i due addetti alla security ad aggredire uno dei due, per primo, sarebbe stato Di Lieto che lo avrebbe preso a cazzotti, a seguire Farace. Di Lieto era però sull’uscio a guardare, pronto ad intervenire ancora. Sarebbe stato proprio il 22enne ad avere la discussione con le due vittime. Probabilmente si conoscevano: nei video, difatti, Di Lieto viene ripreso mentre saluta con un bacio e si intrattiene a parlare con lui. Sarebbe volato anche un pugno, che Di Lieto avrebbe sferrato - come detto nell’interrogatorio di garanzia - perché si era sentito spingere. E una delle vittime avrebbe tentato di difendersi, reagendo ai colpi.

La svolta sarebbe arrivata proprio dall’analisi dei video acquisiti in entrambe le circostanze. I due, nonostante la giovanissima età, difatti, avevano dei piccoli precedenti che li hanno resi facilmente identificabili. E per questo le indagini proseguono per capire se i due possano essere responsabili di altre sparatorie avvenute in città.

Quando sono stati sottoposti a fermo, Di Lieto è stato rintracciato a casa sua; Farace, invece, nelle vicinanze dell’amico. Ora si indaga a 360 gradi nel loro privato per ricostruire le loro abitudini di vita e le loro amicizie. L’ipotesi è che i due possano essere nuove leve della criminalità che manifestano la loro presenza sul territorio con atti intimidatori molto aggressivi oltre che spregiudicati, veri e propri atti di forza fisica e prevaricazione.

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