Sale sul terrazzo e si lancia nel vuoto,
suicida il cancelliere del Tribunale

Sale sul terrazzo e si lancia nel vuoto, suicida il cancelliere del Tribunale
di Angela Trocini
Venerdì 22 Novembre 2019, 06:30 - Ultimo agg. 08:19
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Tragedia a Mercatello ieri mattina in via Palinuro. Un cancelliere della Corte di appello di Salerno, Geppino Antonucci, si è tolto la vita lanciandosi nel vuoto. Intorno alle 7 è scattato l’allarme e sul posto sono giunte una pattuglia della sezione Volanti e un’ambulanza della Croce Bianca. Purtroppo per l’uomo non c’era più nulla da fare: mortali le lesioni riportate in seguito all’impatto con l’asfalto. Uscito dall’appartamento in cui abitava, il cancelliere è salito sul terrazzo condominiale (da un’altezza più o meno di sei piani) e ha deciso di farla finita con la vita e cosa sia scattato nella sua mente, per fargli prendere una decisione tanto drastica, rimarrà un segreto. Non ha lasciato alcun biglietto che spiegasse il gesto e ieri, a quanto pare, doveva tornare in ufficio dopo una convalescenza. Ma sembra che da un po’ di tempo soffrisse di una leggera depressione ma nessuno, tra colleghi, amici di una vita e gli stessi familiari, immaginavano un epilogo così drammatico.

Geppino Antonucci, infatti, era benvoluto da tutti. Dal carattere pacato, tanto che a volte sembrava perdersi in pensieri personali, svolgeva il proprio lavoro con competenza. Gentile ed elegante nei modi, sempre in giacca e cravatta, evidentemente ben consapevole del ruolo che ricopriva a contatto con le persone più svariate. E, ieri mattina, quando la notizia è giunta sia a palazzo di giustizia (dove ci sono ancora gli uffici e le aule della corte di appello) che alla cittadella giudiziaria, tutti sono rimasti senza parole. Increduli ed addolorati. Specialmente chi, tra colleghi, magistrati ed avvocati, conosceva personalmente Geppino Antonucci ed aveva scambiato con lui - nei tanti anni in cui il dipendente giudiziario ha lavorato negli uffici giudiziari salernitani - opinioni e modi di pensare, condividendo anche delusioni o soddisfazioni lavorative.
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