Angri, tenta di adescare due minori
nel suo palazzo: a processo

Angri, tenta di adescare due minori nel suo palazzo: a processo
di Nicola Sorrentino
Martedì 7 Maggio 2019, 11:33 - Ultimo agg. 14:00
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ANGRI. Tentò di adescare una minore che viveva nel suo stesso condominio. Agli altri residenti, invece, avrebbe riservato minacce, persecuzioni e tentativi di estorsioni. Questo e altro viene contestato ad un uomo di Angri, di 50 anni, diventato il pericolo numero uno per un intero condominio. Noto alle forze dell'ordine e attualmente sottoposto agli arresti domiciliari presso la casa di cura di Villa Chiarugi, a Nocera Inferiore, ha tra le tante accuse mosse anche quella di tentata violenza sessuale. In un'occasione, avrebbe tentato di adescare una ragazzina di 16 anni, invitandola a seguirlo per consumare atti sessuali. Lo stesso fece con un'altra, ancora più piccola, di soli 4 anni, incrociata senza genitori sull'uscio di casa: «Alzati la gonna» le avrebbe detto. Fu la madre della piccola ad allontanarlo. Molti degli altri condomini, invece, sarebbero stati minacciati apertamente di consegnare una cifra in contanti, al solo fine di stare tranquilli: «Per stare in pace dovete darmi cento euro al mese, o farò sempre peggio, vi costringerò ad andar via di qui ad uno ad uno, via da questo cortile per disperazione, vi farò maledire il giorno che mi avete conosciuto». Parole che sarebbero state pronunciate dall'imputato, poi finite in uno specifico capo d'imputazione. 

Il 12 gennaio 2016, invece, agitò un coltello fuori casa, aggredendo poi un vicino e procurandogli quattro giorni di prognosi. Una donna, invece, fu spinta e presa a schiaffi, ripetutamente. In un altro caso ancora, l'uomo aveva impugnato un martello contro un altro vicino, che fu colpito alla testa. Nel gennaio del 2015, per più volte, il 50enne si fece trovare fuori dalla casa di una vicina, in mutande, "praticando atti osceni" in sua presenza. Quest'ultima fu costretta a stravolgere le sue abitudini di vita, pur di non incrociare l'uomo. Dalle indagini, i carabinieri scoprirono che l'uomo aveva installato anche delle telecamere nel palazzo per conoscere le abitudini e le usanze dei suoi condomini, in preda ad un'ossessione maniacale ingiustificata. Un altro dei suoi vicini di casa sarebbe stato pedinato, per poi ricevere sputi e oscenità verbali senza giustificato motivo. L'imputato provò persino ad entrare in casa sua, senza vestiti, con la richiesta di prendere un caffè. Le persone offese costituite in questo processo, al via davanti al giudice monocratico, sono nove. 
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