Tenta di strozzare la ex moglie
davanti ai figli, condannato a 3 anni

Tenta di strozzare la ex moglie davanti ai figli, condannato a 3 anni
di Nicola Sorrentino
Venerdì 1 Marzo 2019, 11:35
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SAN MARZANO SUL SARNO. Tentò di strozzare la ex moglie davanti alle sue figlie. Non accettava la fine della relazione. E' stato condannato a 3 anni di reclusione un 51enne di San Marzano sul Sarno, giudicato per maltrattamenti. Sullo sfondo un matrimonio di 20 anni con una donna, poi chiuso tre anni fa per i comportamenti e gli atteggiamenti violenti dell'imputato, difeso dall'avvocato Giovanna Ventre, denunciato ai carabinieri più volte per atti persecutori. Circostanze che gli valsero prima gli arresti domiciliari e poi un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Secondo l'ultima denuncia però, l'uomo non si era rassegnato alla fine di quel rapporto e aveva tentato più volte di attirare l'attenzione della ex, speranzoso di riprendere la relazione. Aveva cominciato a seguirla ovunque, sul posto di lavoro e nei pressi di casa, fino all'episodio che poi determinò il processo. Il 51enne attese la ex moglie all'esterno di un supermercato, dove la donna si era recata per fare la spesa. Nell'auto in sosta c'erano le due figlie. Quando la donna tornò presso la vettura, l'uomo cominciò a dirle di voler tornare assieme. Al rifiuto della stessa, l'imputato l'aggredì con rabbia, mettendole le mani al collo e provando a strangolarla. Furono le due figlie, nell'intervenire, a farlo desistere e poi ad allontanarlo, anche grazie a qualche spintone. Tornata a casa, l'uomo riprese a perseguitare la ex moglie, suonando al citofono di casa per più volte, per circa 15 minuti ininterrotti. E per almeno due volte, a distanza di breve tempo. La donna, intanto, si era fatta refertare in ospedale. Nel motivare la condanna, in continuazione con analoghi episodi avvenuti in passato, il giudice Franco Russo Guarro ha spiegato che «dal momento della separazione, l'imputato si era reso responsabile nei confronti della ex moglie di condotte minacciose e violente, e che non appena venuta meno l'efficacia dell'ultimia misura, del tutto incurante del pericolo, protraeva le minacce e le molestie, culminate nell'episodio particolarmente allarmante del 19 luglio 2018». 
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