Sarà il giudice per l’udienza preliminare Marilena Albarano a valutare le posizioni di Carmine e Marco Amoruso, Armando Massa, Angelo Ubbidiente e Giuseppe Tortora relativamente ai reati loro contestati dal sostituto procuratore dell’Antimafia Marco Colamonici, ovvero rapina aggravata dall’uso delle armi e tentata estorsione. L’udienza è stata fissata per gli inizi di giugno. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Fabio Carusone, Luigi Gargiulo e Danilo Laurino.
Tra gli indagati soltanto Pasquale Casalino non era stato colpito dalla misura restrittiva in quanto accusato di ricettazione di un Rolex rapinato, con l’uso della violenza, ad una delle due vittime che ha denunciato il tentativo di estorsione per il banco al mercato ittico di Salerno. Ma ricostruiamo esattamente la storia ed i ruoli.
Tutto nasce, secondo l’impianto accusatorio della Dda, dai tentativi di Armando Massa, nipote del boss Angelo Ubbidiente di cui faceva spesso il nome per intimorire le proprie vittime, di «controllare» il mercato ittico di Salerno imponendo il pizzo ai banconisti. Denaro che sarebbe dovuto servire - e la prova sarebbe data da un’inchiesta a questa collegata - per l’acquisto di sostanza stupefacente da immettere sul mercato cittadino oltre che per acquisire potere.
Di qui, la rapina dell’orologio e l’aggressione ad uno dei commercianti, per indurlo a cedere alle loro richieste. Ma l’uomo invece di cedere decise di denunciare tutto. Era il mese di marzo del 2021 quando, il malcapitato subì la rapina, ricevette prima dei messaggi minatori e poi l’invito ad un successivo incontro che si tenne ad aprile: eventi, questi, che lo convinsero a chiedere aiuto.
Di lì le indagini della Squadra mobile di Salerno che hanno poi portato all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi a firma del gip Piero Indinnimeo. Dalla rapina all’estorsione, fino alle minacce fatte nel bar di Sarno (l’incontro di aprile, in pratica), tutti gli indagati hanno avuto ciascuno un suo ruolo. Esecutori materiali delle violenze, secondo la ricostruzione dell’Antimafia, sarebbero stati i due Amoruso, Tortora avrebbe avuto il ruolo di accompagnatore ed autista, Massa di accompagnatore ed istigatore delle azioni delittuose e porto abusivo di arma, una revolver. Casalino, che è soltanto indagato, avrebbe invece ricevuto da Matteo Giordano il Rolex appena rapinato e lo avrebbe rivenduto per 5mila euro. L’accusa a carico di Ubbidiente, invece, è solo di acquisto e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il gip nell’ordinanza di custodia cautelare ebbe parole molto forti nei confronti degli indagati definendoli «presuntivamente pericolosi» per dare maggior forza alla propria decisione di spedirli in carcere.
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