Un toro, un vitello e 5 vacche a spasso
per Pastena-Ogliara: catturate

Un toro, un vitello e 5 vacche a spasso per Pastena-Ogliara: catturate
di Petronilla Carillo
Venerdì 25 Marzo 2022, 06:45 - Ultimo agg. 07:14
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Obiettivo sicurezza, sanitaria e non solo. Cinque ore e venti minuti ci hanno messo i carabinieri della compagnia Salerno per coordinare il lavoro dei veterinari della Regione Campania e dei militari della Forestale e catturare gli animali vanganti in giro per le strade di Pastena e di Giovi. Alla fine dell’intervento, predisposto dal comando provinciale dell’Arma dopo le lamentele dei residenti e a seguito delle disposizioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, hanno catturato cinque mucche, un vitello ed un toro.

Secondo gli uomini del capitano Cristinziano e del tenente Malaspina, gli animali al momento non avrebbero segni di riconoscimento che possano portare all’individuazione di un proprietario. Per questo motivo, dopo essersi assicurati che gli animali fossero al sicuro presso un allevamento convenzionato con l’Asl, per la profilassi, i carabinieri si sono messi a lavoro per verificare questi animali di chi siano, Oltre a problemi di ordine pubblico, e tante sono le segnalazioni giunte ai carabinieri sulla loro presenza, il rischio è che possano non essere controllati da un punto di vista sanitario e, una volta abbattuti, provocare infezioni in chi mangia la loro carne. Di sicuro, comunque, è stato un brutto colpo per l’allevatore «clandestino». 

Sempre i carabinieri forestali hanno concluso ieri anche la campagna «L’anello mancante», coordinata dal Reparto Operativo - Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli Animali (S.O.A.R.D.A.) del Raggruppamento Carabinieri CITES e condotta congiuntamente ai Nuclei Carabinieri CITES di tutta Italia. Oltre 500 controlli in tutta Italia, e 104 persone denunciate, con il conseguente sequestro di circa 2500 uccelli vivi. Elevate inoltre 44 sanzioni amministrative per un importo di circa 32.000 euro. Nel salernitano i risultati non sono mancati: una persone è stata denunciata e le sono stati sequestratu 16 esemplari selvatici di uccelli vivi.

Elevate inoltre sanzioni amministrative per un importo di circa 10.000 euro. I controlli sono stati volti ad accertare la legale detenzione di avifauna qualificata dall’ordinamento giuridico quale «patrimonio indisponibile dello Stato» e, pertanto, la legale detenzione di ciascun esemplare di uccello allevato richiede che ogni esemplare per essere detenuto debba essere provvisto di un anello inamovibile in metallo, che non abbia subito alcun tipo di manomissioni, infilato agevolmente con una manovra assolutamente indolore al tarso dell’animale e senza recare danno quando questo è ancora nidiaceo, in modo che con la crescita dell’animale, e quindi della sua zampa, l’anello risulti non più sfilabile ed unitamente alla documentazione prevista dalla normativa vigente ne attestano la legittima detenzione. L’anello ha, infatti, valenza di “sigillo di Stato” e pertanto la sua contraffazione o l’uso abusivo di tali sigilli configura dei reati. 

I controlli sono stati eseguiti con la collaborazione di ornitologi accreditati inanellatori dall’Istituto Superiore per la Protezione e al Ricerca Ambientale (ISPRA) e veterinari resi disponibili anche dalle associazioni ambientaliste Lipu, Legambiente, Cabs. Hanno interessato prevalentemente allevatori di avifauna anche particolarmente protetta, che alimentano il mercato degli uccelli da richiamo e quello ludico-ricreativo, anche riguardo ad esemplari provenienti da altri paesi europei. «Il numero di uccelli rinvenuti – spiegano i carabinieri forestali – evidenzia un business illecito di particolare rilievo, considerato che il valore di mercato di un esemplare “da richiamo” può raggiungere anche 500 euro».

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