«Le Istituzioni competenti si stanno muovendo per dotare lo scalo portuale di adeguati sistemi di controllo e di sicurezza ma i tempi sono molto lenti». È l’ennesimo grido di allarme che arriva dalla procura di Salerno. A lanciarlo, l’altro giorno nel corso della conferenza stampa della guardia di finanza per l’operazione antidroga Grand Prix, che ha portato all’arresto di diciotto persone, è stato il procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale. Un allarme che ricalca quello lanciato anche dal procuratore capo di Salerno quando, sempre il Nucleo di polizia economica e finanziaria di Salerno, qualche settimana prima, aveva assicurato alla giustizia due dei responsabili del traffico internazionale di anfetamine destinate ai combattenti islamici e sequestrate, sempre presso lo scalo salernitano, in immediato periodo post Covid. Mancano i sistemi di videosorveglianza, mancano gli scanner di ultima generazione e, a quanto pare, ci sono ancora tanti operatori «infedeli». Emerge anche nella carte dell’inchiesta quando, i narcotrafficanti e gli acquirenti di droga napoletani, commentando tra di loro ammettono che «Salerno è conveniente perché costa poco». Il riferimento, ovviamente, è a chi, dal di dentro, agevola certi traffici. Sempre la guardia di finanza, lo scorso anno, mise a segno l’operazione Tortuga indagando 69 persone tra spedizionieri e doganieri infedeli. «Non ci sono solo i traffici illeciti della droga - ha invece precisato il comandante del Gico del Nucleo di polizia economica e finanziaria, il maggiore Raffaele Napolitano - ma anche tanto altro materiale che può attentare alla sicurezza». Non si è molto sbottonato a riguardo il comandante del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata ma, proprio il suo imbarazzo nel pronunciare alcune frasi, lascia intendere che c’è molto altro su cui lavorare. «Ci sono anche i rifiuti e c’è anche tanta altra merce...» ha soltanto aggiunto. «Dopo l’ennesimo blitz anti-droga al porto c’è da chiedersi se la governance attuale sia in grado di garantire sicurezza ed efficienza in uno scalo così importante per l’Italia. A mio avviso, anche dopo aver sentito le parole dei magistrati della Procura Antimafia di Salerno, tutto questo viene disatteso puntualmente. Il presidente dell’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centrale, Andrea Annunziata, farebbe bene a dimettersi. Il porto di Salerno è tutto, tranne che un’eccellenza visto le inchieste della magistratura»; è invece il secco commento di Gigi Vicinanza, componente nazionale della Cisal metalmeccanici.
Dovrebbero iniziare oggi e proseguire sabato, dinanzi al gip Carla Di Filippo, gli interrogatori per coloro che sono finiti in carcere.