Traffico di rifiuti dall'Italia alla Tunisia,
la commissione Ue vigila sulle indagini

Traffico di rifiuti dall'Italia alla Tunisia, la commissione Ue vigila sulle indagini
di Pasquale Sorrentino
Martedì 8 Giugno 2021, 06:45 - Ultimo agg. 13:17
3 Minuti di Lettura

Arriva la risposta della commissione europea all’interrogazione sui rifiuti in Tunisia presentata da Piernicola Pedicini. Una risposta firmata dall’eurodeputato lituano Virginijus Sinkevicius a nome della commissione europea. Si tratta della questione dei rifiuti partiti da Polla, stoccati dalla Sra, e attraverso il porto di Salerno giunti a quello di Sousse dove sono stati ritenuti illegali dalla magistratura tunisina che ha fatto scattare, sul finire del 2020, 12 arresti e altrettanti indagati. «La Commissione - si legge nella risposta dell’Europarlamento - è a conoscenza della spedizione di 282 container contenenti rifiuti urbani indifferenziati da parte della società italiana Sra alla società tunisina Soreplast, avvenuta tra maggio e luglio 2020, ed è in contatto con le autorità italiane dal dicembre 2020. Queste ultime hanno avviato un’indagine chiedendo alla società esportatrice di rimpatriare i rifiuti in Italia conformemente al regolamento sulle spedizioni di rifiuti e alla convenzione di Basilea. La commissione continuerà a seguire con le autorità italiane gli sviluppi connessi al caso». 

Secondo la Sra la Regione ha sbagliato in quanto ha concesso tutte le autorizzazioni.

Secondo il ministero maghrebino la Regione non ha saputo a chi rivolgersi nell’ambito della Convenzione di Basilea. L’ente guidato da Vincenzo De Luca, invece, ha ribaltato le accuse alla Sra. Nel mese di giugno sono previste diverse udienze, tra ricorsi al Tar e tribunale ordinario (che ha sospeso la fidejussione da 6 milioni di euro) che potrebbero dare maggiori indicazioni sul prosieguo della vicenda. La commissione europarlamentare ha sottolineato che «nell’ambito del riesame in corso della normativa dell’Ue sulle spedizioni di rifiuti, la Commissione sta esaminando le opzioni per rafforzare le norme sull’esportazione di rifiuti verso paesi non membri dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici. Tali norme comprendono quelle sui rifiuti figuranti nell’elenco verde, per garantire che siano esportati fuori dell’Ue solo se trattati in modo ecologicamente corretto nei paesi di destinazione». Attende risposte, invece, l’interrogazione parlamentare presentata da Sinistra Italiana. Pressioni stanno arrivando anche da Legambiente. La prima a muoversi in Italia è stata la consigliera regionale campana Maria Muscarà, chiedendo spiegazioni alla Regione. L’Arkas, azienda proprietaria dei container sequestrati, ha citato in giudizio per 10 milioni di dollari la Regione, la Sra e anche il Ministero dell’Ambiente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA