Trasportavano 146 chili di cocaina, tre condanne

La droga era contenuta in un autoarticolato con targa slovena

Trasportavano 146 chili di cocaina, tre condanne
di Nicola Sorrentino
Sabato 7 Gennaio 2023, 06:05 - Ultimo agg. 09:39
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Furono beccati con 146 chili di cocaina. Lo stupefacente era diviso in circa 130 panetti. Era la fine dello scorso mese di agosto, a Scafati, quando i carabinieri arrestavano due napoletani ed un bosniaco. Giorni fa, il gup del tribunale di Nocera Inferiore ha emesso una sentenza di condanna di circa 30 anni di carcere totali. Nello specifico, al termine del rito abbreviato, sono stati condannati a 10 anni e 8 mesi Sergio Santamaria, di Napoli e Roberto Ilardi, residente a Torre Annunziata. Mentre sono 9 gli anni inflitti a Vehid Memic. Nel collegio difensivo c’erano gli avvocati Michele Basile, Leopoldo Perone, Gaetano Pastore e Maria Pinto.

L’arresto dei tre fu il risultato di un’operazione antidroga condotta dai carabinieri del nucleo operativo di Nocera Inferiore, che dietro fonte confidenziale presero a seguire due soggetti provenienti dal napoletano, diretti proprio a Scafati, per acquistare della droga.

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Questo lo spunto investigativo dal quale partirono gli inquirenti. L’attività di pedinamento dei militari registrò, in primis, delle manovre sospette, effettuate in sincronia, da due automobili con targa italiana sulle quali c’erano i due napoletani, una Fiat 500 e una Fiat Tipo. Dopo aver effettuato una sorta di sopralluogo, attesero e si fermarono vicino ad un autoarticolato con targa slovena.

Una volta giunto il Tir, uno dei due uomini lasciò l’auto che guidava per salire nell’altra.

I due si allontanarono - saranno fermati nei pressi dell’autostrada - mentre il conducente dell’autoarticolato, lo straniero, spostava alcune borse prelevate dal tir all’interno della Fiat 500, rimasta aperta. L’unico a parlare durante gli interrogatori di garanzia fu Memic Vehid, che dichiarò di non conoscere chi gli avesse ceduto la droga per il trasporto, così come le persone alle quali l’aveva consegnata.

Lo straniero spiegò di avere solo un indirizzo e la posizione del navigatore dove effettuare la consegna. I tre finirono in carcere, perché secondo il giudice di convalida, quello stupefacente era stato ordinato per il mercato, probabilmente per le zone del napoletano. E che era da escludersi l’uso solo personale. Inoltre, la possibilità che gli indagati avessero contatti con i canali della droga aggravò la loro posizione, in ragione anche del quantitativo nella loro disponibilità così come dell’organizzazione dei mezzi, un Tir e due autovetture. Le difese, nelle loro arringhe, avevano evidenziato invece diverse circostanze a favore degli imputati. Per comprendere le motivazioni del tribunale di Nocera Inferiore servirà attendere quarantacinque giorni. Solo allora, per gli avvocati difensori sarà possibile presentare ricorso in appello contro la sentenza. 

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