San Valentino Torio: truffa e autoririclaggio, tre indagati e sequestri per 650mila euro

Compravendita di auto di lusso con Olanda e Germania, la procura di Nocera indagata tre persone e sequestra 650mila euro

Una pattuglia dell'Arma in servizio di controllo del territorio
Una pattuglia dell'Arma in servizio di controllo del territorio
di Petronilla Carillo
Martedì 21 Marzo 2023, 13:47 - Ultimo agg. 17:27
3 Minuti di Lettura

Intestazione fittizia di beni, truffa aggravata, ricettazione e autoriciclaggio: sono queste le ipotesi di reato che la procura di Nocera Inferiore, diretta dal procuratore capo Antonio Centore, ha contestato a tre persone (due salernitane e una napoletana titolare di una ditta individuale di Boscoreale) e di una società agricola di Pagani destinatari della misura restrittiva dell'obbligo di dimora con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di  un provvedimento di sequestro preventivo di 650 mila euro.

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Salerno, Luigi Celentano, un settantenne con precedenti specifici, originario di San Valentino Torio, avrebbe, insieme ad un prestanome incensurato di San Marzano sul Sarno, aperto una fittizia attività di compravendita di auto di lusso ed epoca, la Pignataro Auto, per commettere truffe contro concessionari esteri (in particolar modo Olanda e Germania), e ripulire i proventi economici attraverso due imprese compiacenti. La sede della società è stata itinerante per oltre due anni (Roma, Firenze, Brescia, Bologna) per rendere più difficoltosa la sua individuazione. Il modus operandi era sempre lo stesso: Celentano e il sui complice hanno prima costituito un'azienda fantoccio registrandola alla Camera di commercio ed individuando come sede operativa un ufficio che affittavano presso strutture commerciati eleganti, comprensive di servizi di segretariato con personale dedicato (ignaro degli intenti illeciti della società), dando in tal modo una parvenza di affidabilità e serietà, quindi hanno puntato alla ricerca di clienti di società estere di compravendita di auto di lusso, ritenuti più facilmente raggirabili, attraverso l'invio di centinaia di mail verso vari stati dell'Unione Europea, allegando liste di veicoli di pregio a prezzi concorrenziali.

Le vittime, attirate da ciò ed avuti i primi contatti, venivano invitate in Italia per prendere visione delle autovetture proposte. Di qui la seconda fase della truffa. I due, presentandosi presso grosse aziende private in possesso di veicoli d'elite, stipulavano dei contratti preliminari di compravendita con l'esborso di modeste caparre confirmatorie. In tal modo avevano copia della documentazione del veicolo e, carpendo la fiducia dei reali venditori che li reputavano intermediari di mercato, potevano mostrarealle loro vittime le vetture presso i luoghi di custodia. Con tali artifizi convincevano i loro clienti stranieri della serietà dell'affare, riuscendo in tal modo a ricevere l'intero importo del prezzo pattuito o comunque un acconto, ben superiore alla caparra confirmatoria che avevano messo in conto di perdere.  A questo punto, i due avevano la necessità di "ripulirsi". E così falsificavano i contratti stipulati aumentando i prezzi pattuiti per replicare, in tal modo, alle doglianze dei clienti e giustificare la mancata consegna delle auto anche in sede civile. Successivamente, le somme di denaro illecitamente acquisite nella commissione delle truffe venivano trasferite su molteplici conti correnti riferiti sempre alla Pignataro Auto, per poi essere bonificati verso i conti di aziende compiacenti, situate a Pagani e Boscoreale, anch'esse raggiunte dal sequestro preventivo di oggi, poiché le operazioni di trasferimento del denaro sono state valutate come ricettazione.  

Video