Tumore non diagnosticato:
medico a processo per omicidio

Tumore non diagnosticato: medico a processo per omicidio
di Viviana De Vita
Sabato 2 Giugno 2018, 06:25 - Ultimo agg. 07:13
2 Minuti di Lettura
Era affetto da un tumore alla vescica ma gli fu diagnosticata in un primo momento una patologia benigna: le sue reali condizioni di salute furono accertate troppo tardi, quando ormai, per lui non c’era più nulla da fare. Una diagnosi “tardiva” rivelatasi, per un 70enne salernitano ricoverato al nosocomio di via San Leonardo, fatale. Scatta il rinvio a giudizio per l’urologo del Ruggi, Gianmarco Silvestre finito in un’aula di tribunale con l’accusa di omicidio colposo. A deciderlo, ieri mattina, è stato il gup del tribunale di Salerno, dottoressa Pacifico che, all’esito dell’udienza preliminare, ha disposto il processo a carico del camice bianco. Il professionista dovrà presentarsi il prossimo primo marzo davanti al giudice monocratico della terza sezione, dottoressa De Luca per l’avvio del dibattimento. La famiglia della vittima, rappresentata dagli avvocati Silverio Sica ed Angela Cisale, si è già costituita parte civile dopo aver chiesto e ottenuto la chiamata in causa dell’azienda ospedaliera in qualità di responsabile civile.

Si trasforma così in processo un presunto caso di malasanità consumatosi nel reparto di urologia dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona dove ad un paziente affetto da un tumore alla vescica, in un primo momento fu formulata una diagnosi errata. Antonio Avallone, 72 anni salernitano, è deceduto il 29 maggio dello scorso anno a causa del definitivo ed irreversibile aggravamento delle sue condizioni cliniche. Immediata l’apertura di un fascicolo da parte della Procura che, attraverso un’indagine, ha ripercorso l’intera storia clinica del paziente dal 19 febbraio 2016, data in cui il 70enne si presentò al Ruggi, fino al 29 maggio dell’anno successivo quando si registrò il decesso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA