«Questo è per tutti un periodo di grande stress, per noi, per la famiglia e per mio figlio che si sta confrontando con una realtà che non conosceva». A due giorni di distanza dai funerali di Gilda Candreva, rompe il silenzio la mamma del fidanzato della minorenne accusata dell’omicidio della nonna. Il sipario sul tragedia che ha sconvolto la comunità di Capaccio Paestum non è ancora calato. Le indagini vanno avanti, si punta a comprendere cosa è realmente accaduto nell’abitazione di via Tavernelle al civico 58 e perché la 17enne ha colpito con otto coltellate la nonna.
La ragazza venerdì ha ricostruito il delitto davanti ai giudici ma resta un giallo il movente del delitto. Chi è stata la prima ad aggredire e perché? La giovane può essersi realmente difesa? Quanti conoscono la ragazza e la sua famiglia propendono per questa tesi. Lo conferma anche la mamma del fidanzato, un coetaneo della 17enne residente ad Agropoli. La donna vive un sentimento di profondo dolore per la morte della 76enne in tragiche circostanze, ma anche per la giovane nipote.
«Il pensiero che è lì, sola in una comunità rende il cuore pesante – dice ancora la mamma del fidanzato – È una ragazza sensibile, dolce, sempre pronta al dialogo e al compromesso. Il carcere non è l’ambiente adatto a lei». Per fortuna venerdì la ragazza è stata scarcerata ma resta l’incubo che sta vivendo. «Io – continua il racconto – la chiamo principessa perché al di là del rapporto con mia figlio è una ragazza bravissima, ci ha conquistato con la sua dolcezza e i modi garbati». E sul delitto dice: «Son certa che ha avuto la percezione di essere in pericolo altrimenti non avrebbe mai usato la violenza. Forse bisognerebbe interrogarsi sullo stato della nonna. Non parliamo soltanto della ragazzina come di un mostro, chiediamoci anche come sia possibile che una nonna abbia tentato di aggredire la nipote, come confermerebbe anche la ciocca di capelli che la donna aveva tra le mani».
Venerdì l’avvocato della ragazza ha smentito la notizia che la 17enne fosse incinta, ipotesi che invece aveva confermato il fidanzato ma, precisa la mamma, «non possiamo basarci su un test di gravidanza fatto da due ragazzini, c’è bisogno di un esame medico per confermarlo». La ragazza venerdì ha potuto lasciare il carcere ma non tornerà a casa. È stata trasferita in una comunità protetta per minori, un luogo più consono ad una giovane che non ha mai avuto problemi con la giustizia e che tutti descrivono come una bravissima ragazza, brava a scuola e che mai ha dato problemi di alcun tipo. Del resto la giovane davanti ai giudici ha sostenuto la testi della legittima difesa. Stava passeggiando, avrebbe incontrato la nonna che l’ha invitata ad entrare in casa. Poi è scoppiata la lite, per cause al momento sconosciute che hanno portato all’omicidio di Paestum. Stando al suo racconto, Gilda Candreva avrebbe tirato fuori un coltello a serramanico appartenuto al defunto marito e avrebbe colpito la ragazza che nel difendersi avrebbe subito delle ferite all’avambraccio e a un dito. A quel punto sarebbe riuscita ad impossessarsi del coltello e a colpirla. Otto volte. Mortale un fendente alla schiena che ha trafitto cuore e polmone. Ora si trova a dover rispondere di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dal rapporto di parentela. La famiglia del fidanzato così come l’intera comunità chiede rispetto per il dolore che sta affrontando la famiglia di nonna Gilda distrutta da una tragedia immane.
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