Uccise l'ex socio a colpi di fucile
giudice dispone perizia psichiatrica

Uccise l'ex socio a colpi di fucile giudice dispone perizia psichiatrica
di Nicola Sorrentino
Martedì 9 Luglio 2019, 13:02
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BARONISSI. Uccise l’ex amico con un fucile a canne mozze, sparandogli due volte. Il gup dispone una perizia per verificare se l'imputato, al momento dei fatti, fosse nella piena facoltà di intendere e di volere. E' quanto deciso ieri mattina, in udienza preliminare, con il giudice ad esaminare la richiesta di giudizio immediato per Vincenzo Magliacano, il 57enne di Baronissi che il 27 dicembre scorso, alle 8 del mattino, sparò due volte a Biagio Capacchione, imprenditore di 63 anni, che quella mattina si era recato a salutare la madre prima di andare a lavoro, con il figlio, nella zona industriale di Fisciano.

Il sostituto procuratore di Nocera Inferiore, Angelo Rubano, contesta all’indagato l’omicidio volontario premeditato, consumato in via Trinità a Baronissi, con un fucile a canne mozze caricato a pallettoni. Magliacano è accusato anche di aver alterato l’arma, aumentandone la potenzialità di offesa e rendendone più maneggevole il porto, l’uso e anche l’occultamento. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 22 luglio per il conferimento dell'incarico peritale. L'uomo, difeso dai legali Massimo Ancarola e Francesco Rizzo sostengono, con propria documentazione, la non piena coscienza di Magliacano nel momento dell'atto. La perizia della procura, invece, riferisce il contrario: l'uomo avrebbe agito con l'intento di uccidere l'ex socio e amico. I familiari della vittima sono assistiti dai legali Silverio Sica e Antonietta De Leo.

Dopo aver sparato a Capacchione, Magliacano fu trovato dai carabinieri di Mercato San Severino in stato confusionale, sulle montagne di Fusara, diverse ore dopo, all’interno di un casolare. Fu poi arrestato in semi flagranza di reato. Tra l'uomo e la vittima vi erano stati rapporti lavorativi molti anni addietro, poi nulla più. Prima di morire, Capacchione sarebbe riuscito a fornire ai carabinieri, oltre che alla moglie, la prima a soccorrerlo insieme al figlio, nome e cognome del suo assassino. In un lungo interrogatorio reso dinanzi al gip, Vincenzo Magliacano spiegò delle difficoltà che avrebbe riscontrato nell'impedirgli di gestire la commessa per la manutenzione di alcuni mezzi per un'associazione di volontariato. L'uomo sarebbe pronto, nuovamente, a riferire fatti su quanto accaduto quel giorno, durante l'udienza preliminare, il cui esito potrà variare ora a seconda dei contenuti della perizia disposta dal tribunale. 
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