Camorra, ucciso Franco 'o cacaglia:
l’ex pentito che fu autista del «vampiro»

Camorra, ucciso Franco 'o cacaglia: l’ex pentito che fu autista del «vampiro»
di Viviana De Vita
Domenica 17 Gennaio 2021, 06:05 - Ultimo agg. 10:37
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È stato accoltellato in strada mentre stava tornando a casa, ad Ascoli, dove si era trasferito da tempo nonostante avesse da anni abbandonato il programma di protezione. Franco Lettieri, l’ex collaboratore di giustizia salernitano che ha svelato agli inquirenti i retroscena della guerra di camorra che in città vedeva contrapposta la Nco di Amedeo Panella agli infedeli della Nuova Famiglia, non è morto sul colpo. Colpito da tre fendenti, Lettieri è riuscito ad alzarsi e a trascinarsi in una via adiacente alla strada teatro del delitto. Ai soccorittori, che hanno tentato di rianimarlo, ha fatto il nome dell’aggressore facendo così finire dietro le sbarre, con l’accusa di omicidio volontario, Petre Lambru, un muratore romeno di 57anni che respinge però ogni accusa. Ancora ignoto, al momento, il movente del delitto: secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri, coordinati dal procuratore di Ascoli Umberto Monti, l’indagato sarebbe intervenuto per difendere il nipote, ancora minorenne, nel corso di una lite. L’omicidio, quindi, non avrebbe nulla a che fare con i trascorsi criminali di Lettieri né con il suo passato di collaboratore. Contro il 57enne romeno non ci sarebbero solo le accuse della vittima ma anche i risultati di una serie di accertamenti medico legali effettuati subito dopo il fermo quando l’indagato e il nipote sono stati accompagnati in caserma dove sono stati eseguiti prelievi di materiale organico ed esami sugli indumenti immediatamente sequestrati. Non si conoscono al momento i motivi della lite che avrebbe innescato l’omicidio anche se gli inquirenti non escludono un collegamento con un’operazione antidroga che il primo dicembre scorso ha portato all’arresto, tra gli altri, dei due figli di Lambru, un 30enne e una 24enne, e del compagno di quest’ultima. In quell’inchiesta era coinvolto anche un minorenne, denunciato alla Procura minorile di Ancona, ma non è ancora chiaro se si tratti proprio del giovane che ha litigato con Lettieri. 

Autista del boss del centro storico Lucio Grimaldi, profondo conoscitore dei meccanismi e dei mutevoli scenari che hanno contraddistinto la guerra di camorra a Salerno, Franco Lettieri - meglio noto con il soprannome di “Franco ‘O cacaglio”- aveva solo 56 anni.

Uscito dal programma di protezione nonostante continuasse a percepire dallo Stato una somma di danaro, è stato uno dei più preziosi collaboratori di giustizia. Pentitosi ufficialmente nel 2003, sono tanti i delitti sui quali il collaboratore ha fatto luce, primo tra tutti, quello di 37 anni fa nel quale trovarono la morte Carmine Apicella ed Elena Ferrigno, i due giovani fidanzati freddati il 16 febbraio del 1983 nei pressi del vallone di Cernicchiara, lungo la strada che dal castello Arechi conduce a Cava dei Tirreni. Lettieri si è sempre accusato di quel delitto sostenendo di aver partecipato all’attività di localizzazione della vittima e di aver condotto l’autovettura sul luogo dell’agguato. Ma Franco Lettieri ha avuto un ruolo decisivo anche nella ricostruzione del delitto di Valentino Sorrentino, il 19enne salernitano scomparso il 13 giugno del 1988 e il cui cadavere non è mai stato ritrovato. Le sue dichiarazioni hanno avuto il merito di inserire l’omicidio del figlio di Enza Paradiso in un preciso contesto criminale anche se il suo ruolo in quell’agguato, presso la lussuosa villa di Pierpaolo Capri, non è mai stato definito.

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