Salerno, il Circo di Mosca cambia nome:
sospesi ​sette acrobati russi

Salerno, il Circo di Mosca cambia nome: sospesi sette acrobati russi
di Barbara Cangiano
Mercoledì 9 Marzo 2022, 23:43 - Ultimo agg. 10 Marzo, 15:42
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Sui manifesti pubblicitari la parola “Mosca” è stata sostituita con “Acquatico”. E il circo di Mosca di Paolo Orfei si è trasformato nel circo Paolo Orfei con attrazioni acquatiche. Ma a differenza del Moscow Mule, il cambio di nome è una questione di sopravvivenza e non di boicottaggio, tiene a precisare Enrico Perretti, amministratore del grande chapiteau che, dal 12 al 28 marzo è pronto ad accogliere grandi e bambini a Salerno, nell’area di via Salvador Allende, a pochi passi dallo stadio Arechi. Nei giorni scorsi, infatti, la notizia dell’arrivo di un circo moscovita a Salerno aveva scatenato un putiferio sui social, seguito da pressanti richieste di bloccare l’ingresso dei circensi, ritenendo le loro esibizioni un’offesa nei confronti della popolazione ucraina, nel bel mezzo di un conflitto così drammatico. 

In un primo momento, le famiglie Martino, Bellucci, Dell’Acqua, titolari del brand, avevano diramato una nota per far sapere che «il Circo Paolo Orfei è la casa di artisti internazionali, racchiude varie etnie, tra cui attrazioni moscovite e ucraine, uniti in nome dell’arte e della pace». Ma neppure questo era bastato a spegnere le polemiche. E così, racconta Perretti, «abbiamo deciso di rinunciare al nostro marchio». Nel frattempo, le circensi ucraine, quattro ballerine, sono tornate a casa, mentre gli acrobati russi, due nuclei familiari di quattro e tre persone, sono stati messi temporaneamente in stand by. «Non li abbiamo licenziati, ci mancherebbe – continua l’amministratore – Sarebbe stato assurdo abbandonarli perché fanno parte della nostra famiglia e perché non si discrimina un popolo che non ha nulla a che vedere con questa guerra.

Putin non rappresenta tutti i russi. E molti di loro hanno fame di democrazia».  

Le artiste ucraine hanno invece scelto loro sponte di abbandonare momentaneamente il lavoro per raggiungere i familiari e provare a portarli in salvo: «Quando le abbiamo sentite telefonicamente – dice Perretti – ci hanno spiegato che stavano attraversando una montagna nella speranza di raggiungere una zona meno “calda” per mettersi al riparo dai bombardamenti». I giorni scorsi sono stati concitati: «Abbiamo tenuto vari incontri con i dirigenti del Suap, l’ufficio turismo e con lo stesso sindaco Vincenzo Napoli, al quale abbiamo ribadito che il circo non ha alcun legame con la politica internazionale e che la nostra è una casa aperta. L’amministrazione ci ha proposto di organizzare una serata di beneficenza per aiutare la popolazione ucraina e, entro il 28 marzo, sarà nostra cura farlo». Perretti si dice grato nei confronti del primo cittadino, «per aver compreso le nostre ragioni. Il nostro è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia e non avremmo meritato questa ulteriore batosta». 

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Resta però l’amarezza di dover registrare ancora tanti pregiudizi: «A Giugliano, dove ci siamo esibiti prima di arrivare a Salerno, negli ultimi giorni era frequente che, nei centri commerciali, le persone fermassero i nostri artisti per chiedere se fossero russi o ucraini. E questo ha contribuito a indirizzare le nostre scelte verso questa direzione. Ma è veramente pazzesco penalizzare la cultura russa per colpa di un uomo. La Russia è patrimonio dell’umanità ed è stata la culla di intellettuali di primissimo piano. Perfino gli attori americani si fanno le ossa apprendendo ancora oggi i segreti del metodo Stanislavskij che è stato un indiscusso maestro. Vogliamo cancellare tutto con un colpo di spugna?». Intanto, proprio dagli Usa è partita la crociata contro il celebre cocktail ribattezzato Kiev Mule o Snake Island Mule. Ed è notizia di questi giorni la decisione del produttore della vodka Stolichnaya di distribuire il suo prodotto semplicemente come Stoli.

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