La marcia del silenzio
dei docenti Unisa per la pace

Professori Unisa
Professori Unisa
di Barbara Landi
Venerdì 18 Marzo 2022, 11:50
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Per la pace, contro ogni guerra. La marcia del silenzio dal terminal bus si snoda attraverso le strade di Fisciano. La bandiera arcobaleno sventola, durante la mobilitazione organizzata dai professori dell’università di Salerno, approfittando della pausa pranzo.

«Un’iniziativa spontanea dei docenti. È una testimonianza universitaria per la pace”, esordisce Valentina Ripa, docente di lingua Spagnola a Scienze Giuridiche che, insieme a Vittorio Romano, professore di Reattori chimici ad Ingegneria Industriale, e a Rosa Maria Grillo docente di Lingua e Letterature Ispano americane al Dipsum, è tra i primi promotori della marcia.

«L’abbiamo immaginata come un percorso silenzioso, con i simboli della pace, per ricalcare esperienze come la marcia Uruguayana per i desaparesidos, in solidarietà con le vittime della guerra e perché, a volte, le parole sono troppe. Inoltre, poiché il campus sorge nel comune di Fisciano, perché non approfittare dell’opportunità e sfilare per le strade della città?». L’accademia scende così in campo a difesa della libertà e della vita: «È un dovere di tutti - aggiunge Romano -  È impensabile che si assista a questo massacro e tutti tacciano.

La gente intanto muore. È insopportabile. Le istituzioni dovrebbero intervenire per prime, invece è assordante il loro silenzio».

Assenti gli studenti: «L'indifferenza ci preoccupa»,

Educare alla non violenza, quindi. Lungo la marcia, però, manca la componente studentesca: in parte per le lezioni con molti studenti in dad, o per la riduzione del trasporto pubblico. A ciò si aggiunge anche la comunicazione veloce, non arrivata a tutti nei tempi giusti. 

«L’indifferenza è un’altra nostra preoccupazione. Trent’anni fa non sarebbe successo. Mi piacerebbe che qualcosa partisse dai giovani, ma non dispererei”, dichiara Valentina Ripa. Fiducia nei giovani sempre, anche se “siamo stati anche noi studenti universitari – aggiunge Romano - Sensibilizzazioni come queste non passavano inosservate. Si riempivano le piazze, bastava un passaparola».

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