Udienza rinviata, ex guardie giurate
dell'Ipervigile protestano in Tribunale

Udienza rinviata, ex guardie giurate dell'Ipervigile protestano in Tribunale
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 30 Gennaio 2019, 17:04
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«Vogliamo giustizia, alcuni di noi avanzano anche fino a 10 mila euro. Abbiamo dei figli, mentre altri sono venuti dal Nord, questa mattina, per partecipare all'udienza. E ora un nuovo rinvio. Non ci sentiamo tutelati». Esplode la protesta dei lavoratori della ex Ipervigile, la società di vigilanza privata, dichiarata fallita e finita al centro di una maxi indagine della procura, che da circa un anno ne sta celebrando il processo, a Nocera Inferiore.

Questa mattina, complice l'astensione degli avvocati, il collegio non ha potuto fare altro che prendere atto e rinviare l'udienza ad una nuova data. Il 2 ottobre. «Troppo lontana» per i circa 30 lavoratori (ma sono 275 quelli ad aver perso il lavoro), accorsi in tribunale questa mattina, speranzosi di poter prendere parte all'udienza. «Purtroppo - scrive in rappresentanza dei lavoratori, Ernesto Saturno -  per uno sciopero del Foro di Nocera Inferiore e l'assenza di tanti avvocati nel processo al fallimento della Ipervigile e di tanti testi chiamati a giudizio, il tribunale ha deciso di rinviare la causa al 2 Ottobre. Ci riserviamo a giorni di un sit-in all'esterno del tribunale per coinvolgere i media su questa annosa storia, che vede come vittime i lavoratori della ex Ipervigile, Bsk, Italia, Ariete, e tanti istituti di vigilanza del gruppo De Santis. Lavoratori che non percepiscono gli ammortizzatori sociali, come mobilità e disoccupazione. Parliamo - continua Saturno - di 700 dipendenti lasciati sul lastrico. Ma noi non ci stiamo ad essere dimenticati e continueremo una battaglia per il recupero delle spettanze arretrate e di una giusta sentenza che sia per i lavoratori e non contro i lavoratori». L'elenco di ciò che ancora manca ai lavoratori è lungo: tfr, contributi previdenziali, diverse mensilità, tredicesima, straordinari, etc. 

Il processo si sarebbe dovuto celebrare nell'aula bunker del palazzo di giustizia, con i lavoratori che attendono ancora le decisioni della curatela fallimentare sulla vendita dei beni dell'azienda. Questioni economiche che pesano, specie per chi «deve mantenere una famiglia e non può aspettare i tempi infiniti della giustizia». Il processo, ad oggi, ha registrato la testimonianza di qualche lavoratore e delle forze dell'ordine. Al banco degli imputati, sono sedici, siedono gli ex proprietari della società, con accuse a vario titolo di bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita aggravata di oltre 9 milioni di euro, emissioni di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate, versamento Iva e di ritenute previdenziali all'Inps, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Durante le indagini condotte dalla guardia di Finanza del nucleo di Polizia tributaria di Salerno, furono eseguiti sequestri patrimoniali per oltre 8 milioni di euro. L’indagine partì a seguito della segnalazione della Banca d’Italia nell’ottobre 2013, per un ammanco di oltre 9,8 milioni di euro nel caveau della Ipervigile. Il collegio, nei mesi scorsi, ha dovuto riunire ulteriori procedimenti a quello principale, concentrati sempre sul crac di altri istituti di vigilanza. Tra le accuse della procura, c'è anche di aver intestato a dipendenti le cariche societarie, con il mancato versamento di contributi e tributi. Tra gli avvocati difensori, i legali Pietro Pasquali e Giovanni Annunziata. 
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