“Un terrone a Milano”, così Stefano Maiolica racconta la vita del fuorisede

«Quest'anno ho portato 130 studenti da Milano al Sud gratis»

«Quest'anno ho portato 130 studenti da Milano al sud gratis»
«Quest'anno ho portato 130 studenti da Milano al sud gratis»
di Giorgia Verna
Lunedì 9 Gennaio 2023, 16:00 - Ultimo agg. 10 Gennaio, 15:00
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«Siamo la generazione dei fuorisede». Stefano Maiolica ne è certo. Lui, esempio calzante di una vita a metà, diviso tra due cuori e due città: Milano e Salerno. Era il 2016 quando si trasferì a Milano per intraprendere i suoi studi in psicologia sociale e delle comunicazioni lasciandosi tutto alle spalle: «Quando sono partito odiavo Salerno, la mia terra la sentivo stretta. Non piangevo nemmeno quando me ne sono andato. Mai avrei pensato che oggi il mio essere del sud sarebbe stato il mio punto di forza».

Così, nel 2019, nasce “Un terrone a Milano”, pagina da milioni di followers sui social e punto di incontro tra i fuorisede di Milano. «Quando mi sono trasferito molti amici mi chiedevano consigli su dove trovare casa, sull’università, ma anche domande più stereotipate come “dove trovo la pizza buona?” oppure “è vero che a Milano c’è la nebbia?”. Mi è sempre piaciuto raccontare e condividere, così ho deciso di aprire la pagina Instagram. L’ho chiamata @unterroneamilano, perché non volevo tabù attorno a questo termine. Sarebbe come dare un’arma in mano alle altre persone. Così, raccontando la mia vita e la mia esperienza, ho creato una rete e ho fatto in modo che tante persone fuorisede a Milano si conoscessero».

Stefano, infatti, organizza eventi in città come occasioni di scambio e di incontro per i ragazzi che si sentono soli a Milano: riunioni a parco Sempione, gruppi Telegram per consigli su dove affittare casa, cene e pizzate. «Alcuni ragazzi si sono conosciuti così e adesso vivono insieme, altri ancora si sono fidanzati!».

Mentre ancora finiva gli studi, Stefano lavorava presso un’azienda di sviluppo web a Monza. Poco prima della pandemia ha preso una decisione: licenziarsi e iniziare un’attività tutta sua. «Mia madre era disperata! Le ho detto “cosa mai potrà succedere?” … ecco: pandemia mondiale! È stato un anno molto difficile, ma non mi sono arreso. Ho aperto la mia attività con cui faccio contenuti web e social e ho continuato a dedicarmi alla mia pagina Instagram. Abbiamo fatto videochiamate con dei gruppi di fuorisede per studiare, fare sport insieme. Con l’hashtag #iorestoacasa, portavo il “pacco di felicità” nelle case dei ragazzi che rimanevano soli a Milano, regalando cibo, ingredienti per fare la pizza e tanto altro».

Sono anni ormai che Stefano si dedica a progetti per creare una community con gli studenti di Milano. Quest’anno è riuscito a portare 130 ragazzi fuorisede al sud per Natale totalmente gratis con due pullman solidali. «Il progetto è nato nel 2019. Avevo lanciato l’idea nelle storie ed è stato ripreso dai media e da molti sponsor che compravano biglietti sospesi per permettere ai ragazzi di partire.

Con gli anni del Covid-19 è stato più difficile farlo, ma quest’anno le persone erano davvero tantissime. Siamo andati in Puglia e Sicilia passando per la Campania e la Calabria».

Ad attenderli a Napoli Marco Infante, che ha coccolato i fuorisede con sfogliatelle calde. «É stato un viaggio bellissimo. Era un mix tra una gita scolastica e un viaggio della speranza. Avevamo anche un musicista che si esibiva per noi dal vivo!».

«Si dice che il Natale sia un giorno come un altro. Per un fuorisede non è affatto così». Stefano Maiolica lo vede nello sguardo della nonna che si illumina appena tornano i nipoti. Lo vede nella gioia della mamma, che ritrova i suoi tre figli fuorisede. Lo nota nel piacere del viaggio verso il sud, in quelle ore che non sembrano passare mai tanta l’eccitazione di tornare. Lo nota anche, però, nella tristezza e nel malessere del rientro: l’appocundria, si dice al sud. «Il Natale è una bellissima bugia alla quale vogliamo credere almeno per un po’. Non è la nostra realtà, ci immergiamo completamente in questa illusione, torniamo bambini, ma poi l’aereo, il treno lo andiamo a riprendere lo stesso. Si smonta l’albero e riprende la nostra vita. Ho questa calamita che mi tiene da una parte e dall’altra, so bene perché sono andato via».

Camminando sulla spiaggia del lungomare di Salerno, Stefano guarda il mare e pensa “E se non prendessi il treno?”. La sua è una domanda senza risposta, come nell’iconico film “Nuovo cinema Paradiso”: Và! E non voltarti indietro, non tornare mai. «So che tutto quello che faccio a Milano non potrei mai farlo a Salerno. Ci ho provato, vorrei tanto investire nel sud e nella nostra terra, ma non siamo ancora pronti. Le persone pensano che il successo di uno vada a danno dell’altro, mentre a Milano ragionano “vinci tu, vinciamo tutti”».

Quello di Stefano è un rapporto di odi et amo tra Milano e Salerno: il sud casa, ma terra da abbandonare, il nord progresso, ma terra straniera. «Non è tutto rose e fiori per noi terroni. Una volta, per comprare una casa, ho dovuto presentarmi in giacca e cravatta per far vedere che ero una brava persona!». Quando si dice che l’abito fa il monaco.

«Questo è il bipolarismo del fuorisede. Si vive con il cuore un po’ di qua un po’ di là. Poi chissà, un giorno mi piacerebbe creare un ponte tra queste due vite e trovare un punto di unione tra questi due cuori».

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