Una freelance salernitana in «missione» in Iraq per raccontare le donne dopo la guerra

Una freelance salernitana in «missione» in Iraq per raccontare le donne dopo la guerra
di Pasquale Sorrentino
Martedì 20 Marzo 2018, 16:49 - Ultimo agg. 17:41
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All’alba del 20 marzo 2003, la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti invade l’Iraq. Inizia così la Seconda Guerra del Golfo, un intervento giustificato come “guerra preventiva” ed “esportazione della democrazia”. Saddam Hussein era accusato di possedere armi di distruzione di massa e di nascondere militanti di al-qa’ida. Dal 2003, l’Iraq ha subito un intervento militare, l’insorgenza sunnita contro il governo centrale e le forze americane, una guerra civile, l’occupazione di un terzo del paese da parte dell’organizzazione jihadista Daesh e una “liberazione” che ha causato decine di migliaia di vittime civili. A quindici anni dall’invasione americana, quattro donne – un’avvocata, un’attivista, un’ingegnera e una madre – raccontano come si vive oggi in Iraq, come la loro vita sia cambiata dopo il 2003. Lo fanno grazie a un reportage sul posto di una giornalista salernitana, Sara Manisera, giovane penna originaria di Auletta che ha vissuto in Libano, ha lavorato come freelance in diversi scenari di guerra del medio oriente e si occupa principalmente di donne e guerra. Il lavoro della giornalista, in collaborazione con la fotografa Arianna Pagani. Un sito, www.donnefuoridalbuio.com, un webdoc, per raccontare e cercare di cambiare certi stereotipi che sono donne di tutte le comunità etniche e religiose. "Proviamo a denunciare l’impatto della guerra e del conflitto su un paese che ormai vive costantemente in conflitto da 15 ann, ma al tempo stesso c’è una parte della società civile che resiste". 

 


 

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