Matilde compirà 79 anni il prossimo settembre, è affetta da varie patologie e nonostante questo non ha ancora ricevuto neanche la prima dose di vaccino. Non è stata fortunata, come lei stessa racconta provando a mascherare la paura con l’ironia, come suo marito che di anni ne ha 80, è stato inserito tra le categorie fragili e le dosi di vaccino anti-Covid le ha ricevute tutte e due. Matilde e suo marito sono soli, non hanno figli, ovviamente non hanno effettuato le procedure di richiesta di vaccino da soli e non sanno più a chi rivolgersi per capire quali siano le ragioni per le quali lei non sia stata ancora convocata.
«Sono stanca e spaventata - racconta Matilde al telefono, affidando a chi scrive uno sfogo davvero difficile da digerire - io e mio marito siamo soli, non abbiamo figli o persone vicine.
Matilde ha quasi 79 anni ma la sua salute è fragile a tutti gli effetti: è diabetica, ha un’insufficienza renale, l’aorta occlusa per il 50%, è ipertesa e appena tre mesi fa è stata ricoverata per un’emorragia gastrica che ha reso necessaria una trasfusione. «Tutto ciò che sto dicendo è assolutamente documentato dai veri referti ma se solo sapessi a chi rivolgermi - denuncia - il mio medico di base sostiene di non potermi prenotare perché non sono fragile ma sfido chiunque a sostenere questa tesi. Mi trovo in un imbuto, una situazione di pericolosità estrema e non so a chi rivolgermi.
Contemporaneamente so per certo che vengono vaccinate persone che, sulla carta, hanno meno diritto di me in base alle linee guida che sono state emanate a livello nazionale e regionale. Mi sono perfino messa in fila quando hanno vaccinato mio marito - conclude - sostenendo che avrei aspettato la rimanenza di un’eventuale dose non somministrata ma mi hanno detto che avevano già le liste dei sostituti compilate. Ma questa cosa è legale? Chi l’ha decisa?».