Il 5 settembre della vedova Vassallo:
«Vorrei che non esistesse»

Il 5 settembre della vedova Vassallo: «Vorrei che non esistesse»
di ​Antonio Vuolo
Mercoledì 5 Settembre 2018, 06:45
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«Vorrei che il 5 settembre non esistesse nel mio calendario perché tutte le testimonianze e gli attestati fanno piacere, ma a casa ritorno sempre senza il mio Angelo». Risponde così al telefono Angelina, la vedova del sindaco Angelo Vassallo, a otto dall’omicidio ancora impunito. La “speranza” è il fil rouge degli appuntamenti che si stanno svolgendo in questi giorni a Pollica, la terra del sindaco pescatore, ed è quella che la signora Angelina non perde. «La speranza è l’unico sentimento che ci spinge ad andare avanti per scoprire la verità anche nei momenti di sconforto visto che sono trascorsi otto anni e ancora non si è scoperto nulla» continua, con la sua solita garbatezza, la vedova Vassallo.

Si ferma, un attimo, Angelina. Respira, parlare del suo Angelo, in tutti i sensi, non è mai facile. «I ricordi ci sono sempre, ogni giorno», aggiunge. A casa, però, tornerà sempre sola da quella sera del 5 settembre di otto anni fa quando qualcuno, ancora non si sa chi e perché, decise di strappargli suo marito nel modo più disumano possibile, uccidendolo. «Mi fa piacere vedere e leggere tutte le testimonianze che ci sono sempre nei confronti di Angelo, ma c’è sempre un risvolto amaro perché alla fine a casa torno sola e senza la verità» ripete così Angelina, concludendo la conversione telefonica. Speranza. Quella che continua a coltivare la sua comunità, che stasera gli intitolerà il porto turistico. «È un segno di civiltà verso una persona straordinaria che ha donato tutto per la sua terra» sottolinea il primo cittadino Stefano Pisani, che ha raccolto l’eredità di Vassallo.
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