Vende un falso Tafuri,
il collezionista finisce nei guai

Vende un falso Tafuri, il collezionista finisce nei guai
di Angela Trocini
Sabato 30 Marzo 2019, 01:35 - Ultimo agg. 07:11
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Il processo per la messa in vendita di un dipinto ad olio su tavola, ed attribuito falsamente secondo le accuse al pittore Clemente Tafuri, si farà. Il giudice monocratico Pasqualina Caiazzo della seconda sezione del tribunale di Salerno non ha dichiarato la prescrizione del reato come eccepito dall'avvocatessa Alba D'Antonio, aggiornando l'udienza al prossimo mese di luglio con la citazione di alcuni testimoni. Era il 2013 quando il collezionista privato, finito sotto inchiesta, venne denunciato per messa in vendita di opera contraffatta: fu il figlio di Tafuri, dopo aver visto sul sito on-line Ebay l'opera raffigurante una scena di guerra con ponte e mezzi bellici dal titolo "Campagna d'Africa ed attribuita al genitore, a denunciare alla procura la non originalità del dipinto. E così per l'imputato venne disposto il decreto di citazione diretta a giudizio proprio sulla base della dichiarazione resa da Tafuri junior che riteneva l'esemplare messo in vendita contraffatto e falsamente attribuito a Clemente Tafuri. Con la dichiarazione della prescrizione sarebbe rimasto il dubbio sull'originalità dell'opera (come sostiene il collezionista forte di una consulenza di parte) o meno come denunciato dal figlio dell'artista salernitano, ma il giudice ha deciso di chiarire la vicenda svolgendo il processo.
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