Vicolo della Neve in vendita a Salerno,
Bove in pole: «Ecco il mio progetto»

Vicolo della Neve in vendita a Salerno, Bove in pole: «Ecco il mio progetto»
Lunedì 23 Agosto 2021, 09:00
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«Se dovessi subentrare nella gestione del Vicolo della Neve non sposterei nulla. Lascerei intatti gli arredi e il menù, perché la priorità deve essere quella di tutelare una tradizione centenaria, che costituisce un tassello prezioso della memoria di tanti salernitani e non solo». A parlare è Enzo Bove, volto storico della movida e titolare di diverse attività di ristorazione, nonché tra gli imprenditori interessati a rilevare il ristorante-pizzeria che, per ultimo ha timonato Matteo Bonavita. Il locale era chiuso da ottobre ed era chiaro che, tra pandemia e anzianità dello storico «oste», qualcosa stesse cambiando. 

I timori maggiori e le polemiche sono scoppiati quando è stata ufficializzata la notizia che dietro quelle saracinesche ormai da tempo abbassate, non si sarebbero più rivisti i volti che hanno coccolato intere generazioni di salernitani e turisti. Su tutti, quello che il locale potesse finire in mani sbagliate e diventare l'ennesimo sushi bar alla moda o peggio, un american bar, tradendo così le sue origini e perdendo i ricordi legati alle pareti affrescate da Clemente Tafuri o ai versi che il poeta Alfonso Gatto volle dedicare alla trattoria dove era solito fermarsi per mangiare in compagnia degli amici.

Una paura, questa, neppure troppo infondata, considerato che da anni, residenti e commercianti del centro storico, lamentano la desertificazione della zona e il tramonto definitivo di esercizi commerciali, finiti, tra alterne vicende, per diventare cineserie, bazar etnici o chupiterie pronte a chiudere e riaprire di gestione in gestione. «Per quello che mi riguarda questi rischi sono assolutamente infondati - prosegue Bove - La trattativa con i proprietari si era interrotta perché non eravamo riusciti a trovare un accordo su questioni veramente banali. Spero che possa riaprirsi e che si arrivi a una definizione del fitto d'azienda, partendo da un assunto che credo stia a cuore a tutti: non sfregiare quel locale storico, ricco di pezzi di storia e di memoria e riportarlo a nuova vita con qualche piccolo accorgimento».

Una pulizia generale, un tocco di colore, un segnale di novità e di cura contemporanea legato a una selezione particolare di vini, sono le idee di Bove per il recupero del Vicolo della Neve e la sua seconda giovinezza. «All'interno ci sono affreschi di pregio, c'è un bellissimo frigorifero d'epoca. Sarebbe una follia pensare di disfarsene e sfregiare così una specie di monumento locale. Viceversa occorre dare una rinfrescata, ma nel pieno rispetto dell'identità del luogo». E lo stesso pensa per la proposta culinaria: la celebre pasta e patate ripassata nel forno al legna, il baccalà con le patate, la milza, la parmigiana di melanzane, il peperone imbottito, «sono tutti piatti che dovranno restare nel menù. Non sarebbe coerente innovare una carta che funziona, con pietanze che ormai sono quasi introvabili altrove e che rispecchiano lo stile di quelle mura che hanno ospitato tanti personaggi illustri». Prima di mettere la parola fine e di capire quale destino attende il ristorante tanto caro ai salernitani, bisognerà però aspettare ancora. Il dialogo dei proprietari delle mura e del gestore con gli imprenditori intenzionati a proseguire in questa avventura, ripartirà a settembre, dopo le ferie. Nel mentre Matteo Bonavita si è detto subito disponibile ad affiancare chi subentrerà al timone, indirizzandolo nella gestione del locale e condividendo i suoi preziosi segreti ai fornelli. «Sarebbe un grande onore continua Bove Immaginare di poter accedere al suo immenso archivio memoriale è una soddisfazione per chi ama fare questo mestiere, oltre che la migliore opportunità per portare avanti la tradizione, con un pizzico di innovazione fondamentale per dare al Vicolo un tocco di attualità». Ma Bove e soci non sono gli unici interessati. Stando ad indiscrezioni sono diversi gli imprenditori locali che hanno contattato le famiglie Carro e Bonavita per acquisire informazioni e valutare il da farsi. Il Vicolo, dunque, fa ancora molta gola. La speranza è che chiunque varcherà la soglia di ingresso, sia in grado di leggere le tracce del tempo e di custodirne la memoria, senza stravolgerla.

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