Vincenzo De Luca a piazza della Libertà:
«Ho realizzato un obiettivo di vita»

Vincenzo De Luca a piazza della Libertà: «Ho realizzato un obiettivo di vita»
di Adolfo Pappalardo
Martedì 21 Settembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 22 Settembre, 09:31
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Si commuove. Una volta. E poi ancora, sino a che gli si mozza il respiro. Si ferma e si deve mettere di spalle al pubblico per asciugare le lacrime. Che ieri fosse una giornata storica o se volete, il punto più alto del romanzo deluchiano, era chiaro a tutti. E ieri pomeriggio, ecco l'immagine plastica con il governatore che (ri)mette gli abiti con cui si sente più a suo agio: quelli di sindaco di Salerno e inaugura un progetto partito nel lontano 2009. In mezzo processi e inchieste sul Crescent, la lottizzazione sul mare tra il porto e il Municipio, che ha visto Vincenzo De Luca sempre assolto in diversi processi. «Sono stati anni duri per me e i miei figli, Piero e Roberto», confessa infatti per la prima volta lasciandosi andare, non riuscendo a frenare la commozione. E poi riparte spiegando quelli che tutti sanno: «Ho realizzato un obiettivo di vita, Io ho legato la mia vita a quest'opera. Non mi sono mai scoraggiato, in nessun momento ma sono stati anni pesanti», aggiunge riferendosi alle inchieste giudiziarie che hanno solo scalfito l'opera disegnata da Bofill. 

Che non fosse un semplice taglio del nastro è chiaro. Non certo per la campagna elettorale per le comunali, mai citate, ma per un'opera che è tutto per De Luca. Lo sanno tutti. Palazzo Santa Lucia compreso se ieri, a Salerno, c'erano tutti i dirigenti regionali (dall'intero ufficio di gabinetto ai capi di dipartimento più importanti passando per consiglieri e assessori, venuti apposta da Napoli). E basta questa ideale fotografia dei presenti per immaginare come non si potesse mancare alla grandeur deluchiana. «Piazza della Libertà si chiama così anche per rivendicare l'autonomia e l'orgoglio dei salernitani nei confronti di potentati politici che per anni hanno cercato di tenerci in una condizione di subalternità», ci tiene a precisare De Luca puntando sull'orgoglio cittadino. Ma, soprattutto, insiste sui numeri: «28mila metri quadri, come piazza San Pietro, e capace di contenere 100mila persone senza alcun problema». «Ma questa è sul mare e non ci sono eguali in Europa», puntualizza prima di marciare a passo di carica per portare i giornalisti in tour tra passeggiata a mare e garage sotterranei («Che si potranno usare tra una quarantina di giorni, in tempo per Luci d'Artista»). Mezza città si è radunata per l'inaugurazione dello spazio pubblico, fruibile da oggi con la messa del Santo patrono officiata alla presenza del segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin.

Tra sciami di candidati al prossimo consiglio comunale e timori di contestazione di cui non vi è alcuna traccia. Niente. Nonostante la costruzione del Crescent (edificio privato) e della piazza (pubblica) abbia diviso come non mai la città. Tra due schieramenti nettamente opposti: maestosa opera architettonica per alcuni, ecomostro o giù di lì per altri. Ma De Luca rimarca invece come «non ci sia stata alcuna grande opera così partecipata in Italia e che ha coinvolto così tanto i nostri concittadini, a proposito di democrazia. Poi è cominciato il calvario della progettazione. Ma sapete com'è, siamo in Italia...». 

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Su tutto il continuo sottolineare, quasi gonfiando il petto orgoglioso, come dietro ci sia solo lui per lasciare un segno intangibile. «Ai salernitani - spiega dal palco - chiedo che ricordiate ai vostri figli e ai vostri nipoti come dietro a tutto questo ci sia stato uno come me che ha avuto il coraggio di andare avanti». «È difficile da spiegare ma dietro quest'opera c'è il senso della mia vita». D'altronde, per numeri, è una piazza praticamente monumentale che deve lasciare il segno: «Come si facevano 500 anni fa. Per questo sapevo che dovevo resistere a qualsiasi costo. Ma per farlo devi avere una forza morale enorme».

È la piazza dove lui, una volta, disse voleva che le sue ceneri fossero lì seppellite. Frase, confermata, rettificata e anche negata più volte per evitare accostamenti a sovrani ottocenteschi. Ma ieri, a lavori chiusi, De Luca davanti a taccuini e telecamere non si rimangia nulla: «Per me va bene ma lo decideranno gli altri. Ma - chiude con fare scaramantico - tra almeno 150 anni...». 

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