Un marocchino di 40 anni rischia di finire sotto processo per maltrattamenti e violenza sessuale. Per almeno due anni - secondo una richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Nocera Inferiore - avrebbe imposto alla compagna di non uscire di casa, né di lavorare e frequentare qualsiasi persona. Dal 2018 al 2020 circa, secondo la denuncia della vittima, quest’ultima sarebbe stata costretta a restare chiusa in casa, per essere sottoposta a reiterate sofferenze fisiche e psichiche. Tanti i comportamenti violenti dell’uomo: dall’apostrofare la donna con epiteti volgari al lanciarle, contro, oggetti, come un bicchiere in vetro. La donna sarebbe stata picchiata più volte, con schiaffi e pugni, presa a calci allo stomaco, minacciata di essere bruciata e sfregiata con un coltello. Poi le fu imposto di restare in casa, senza poter fare alcunché. Nemmeno lavorare.
Ma l’indagine della Procura racconta anche di violenza sessuale subita dalla donna, che in più occasioni sarebbe stata afferrata con forza, contro la sua volontà, a subire rapporti carnali con la forza. L’uomo le avrebbe offerto persino dei soldi. Nei capi d’accusa viene contestato anche un tentativo di violenza sessuale, non consumato, che fu impedito grazie alla reazione della vittima. I fatti si sarebbero consumati nel comune di Sarno.
L’organo inquirente ha ora concluso le indagini, chiedendo per lo straniero il rinvio a giudizio. Le accuse, pesanti, sono aggravate dalla circostanza che l’uomo avrebbe commesso simili violenze sulla donna con la quale conviveva. E che dormiva in un’altra stanza, dopo l’inizio di quella serie prolungata di maltrattamenti. Gli elementi probatori finiranno ora dinanzi al gip, in udienza preliminare, prima che venga fissato un eventuale processo. In quella sede l’imputato potrà difendersi o chiedere un rito alternativo, per non essere giudicato in dibattimento. Alla base delle indagini c’è la testimonianza e denuncia della vittima, ritenuta credibile al punto che il pm ha chiesto che il marocchino venga processato per tutti i capi d’accusa.