«Il virus è entrato in casa nostra
con mia moglie hostess sugli aerei»

«Il virus è entrato in casa nostra con mia moglie hostess sugli aerei»
di Silvia De Cesare
Mercoledì 8 Aprile 2020, 06:15 - Ultimo agg. 08:02
2 Minuti di Lettura
«Dopo aver passato due notti con problemi respiratori sembro invecchiato di 10 anni. Combatto con raffreddore e tosse e credetemi, perdere l’olfatto e il gusto non è bello». Diario di un salernitano a Copenaghen vittima della Covid 19. Carlo Longo, 31 anni, originario di Pontecagnano, vive la sua quarantena nella capitale danese, lì dove dieci anni fa ha deciso di trasferirsi, per investire sul suo futuro professionale e affettivo. «Restate a casa, qui non si scherza» - aggiunge il giovane imprenditore, titolare di diverse pizzerie e di un take away, tutte attività al momento chiuse. Lontano dalla sua famiglia, oggi Carlo sta meglio ma se l’è vista nera. «Prima di me anche i miei figli, Ferdinando e Viggo (5 e 2 anni) sono stati a casa con qualche linea di febbre, una brutta tosse e raffreddore. Il consulto telefonico con i medici ha confermato che anche loro probabilmente lo avevano contratto prima di me, anche se a loro il tampone non è stato fatto. La Covid è entrata in casa nostra probabilmente con mia moglie Monica, hostess di volo, che involontariamente lo avrà forse preso viaggiando». 
 

Settimane addietro, quando Carlo si ammala, le sue condizioni peggiorano nel giro di ore. Non respira bene e si rivolge ai centralini messi a disposizione per l’emergenza sanitaria. «Anche qui la sanità ti segue telefonicamente, la prima diagnosi e l’assistenza avviene così: mi hanno inviato il dottore solo nel momento in cui hanno appurato che stavo davvero male». Positivo il tampone. Oggi per il 31enne è già trascorsa la seconda settimana di cure e quarantena, ore difficili, in sofferenza, trascorse in casa insieme ai suoi piccoli in netta ripresa. «Ne sto uscendo piano piano – racconta – la cosa importante è che i miei due angeli stanno bene e che io sono riuscito a curarmi rimanendo accanto a loro. Devo riconoscere di essere stato monitorato telefonicamente in modo egregio. Nonostante le linee telefoniche fossero bollenti, ho sempre trovato massima disponibilità da parte dei medici che mi hanno seguito passo passo e dei centralinisti a disposizione h24. Ma non smetterò mai di ripeterlo: state a casa, se avete voglia di una boccata d’aria spalancate la finestra».
© RIPRODUZIONE RISERVATA