Zoccola esce dal carcere e finisce
ai domiciliari: «Ha aiutato le indagini»

Zoccola esce dal carcere e finisce ai domiciliari: «Ha aiutato le indagini»
di Petronilla Carillo
Giovedì 28 Ottobre 2021, 07:38
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«In ragione del contributo fornito dall'indagato all'accertamento dei fatti, le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con la misura degli arresti domiciliari». Poche e sintetiche le parole con le quali il gip Gerardina Romaniello ha accolto l'istanza del legale di Vittorio Zoccola, l'avvocato Michele Sarno, ed ha disposto, dopo aver avuto parere favorevole anche della procura di Salerno, la sua scarcerazione da Fuorni. Zoccola sarà sottoposto a controlli della Squadra mobile e non potrà avere alcun rapporto con persone che siano al di fuori dei suo conviventi. Il giudice per le indagini preliminari, comunque, non specifica, come spesso avviene, altre limitazioni riguardo l'uso del telefono o di internet. Il provvedimento è stato firmato nella mattinata di ieri e poco prima delle 12 l'imprenditore, padre-padrone delle coop e pedina fondamentale del sistema Salerno, ha varcato il cancello del penitenziario ed è ritornato a casa, senza scorta. Attende ancora una risposta del gip in merito alla revoca degli arresti domiciliari richiesta dal suo avvocato Cecchino Cacciatore, invece, il consigliere regionale ed ex assessore comunale Nino Savastano. Mentre potrebbe rendere presto un interrogatorio anche il dirigente del settore Ambiente del Comune di Salerno, Luca Caselli, che si astenne in prima battuta dal rispondere alle domande del gip ma che ora potrebbe tornare al terzi piano della palazzina C delle cittadella giudiziaria per essere sentito. Difensore di Caselli, l'avvocato Marco Salerno. Oggi ci saranno altre udienze di Riesame.

In complessive quindici ore di interrogatorio Zoccola ha raccontato agli inquirenti la «sua» verità: dal sostegno di Savastano al passaggio politico con il centro destra ed ha anche ammesso, ricordiamo, di aver sempre avuto quali referenti, nell'ottica di un accoppiamento politico-cooperativa, il governatore della Campania Vincenzo De Luca e il figlio Roberto. Ricordiamo che entrambi non sono indagati. Insomma, alla fine ha ammesso di essere organico al «sistema» che ha trasformato le coop in serbatoi di voto in caso di finanziamenti pubblici. Ma anche il tramite per la politica per assunzioni di tipo clientelare. L'imprenditore, il cui verbale è stato segregato e, quando gli atti sono stati depositati al Riesame, sono stati omissati, avrebbe anche aperto uno squarcio sui rapporti tra le coop e le municipalizzate affermando che sono proprio queste il vero «affare» politico. E potrebbero essere proprio le municipalizzate ora all'attenzione degli inquirenti dal momento che, come ha dichiarato Zoccola, «le coop non esauriscono questo sistema che trova invece la sua massima espressione per quanto riguarda le società partecipate e le municipalizzate. Per meglio precisare: sono normalmente i politici e i referenti in consiglio delle coop ad indicare le persone da assumere». È sempre lui a spiegare i propri rapporti con De Luca. «Ho conosciuto Vincenzo De Luca nell'89-90 quanto era segretario provinciale del partito Comunista.

Successivamente, nel 95, con la costituzione delle municipalizzate, la cooperativa di mio padre, insieme ad altre quattro, entrò in società con il Comune sulla gestione dei servizi di pulizia. Nel 2002 il sindaco di Salerno Mario De Biase voleva acquisire le quote delle municipalizzate, a seguito del mio rifiuto fui convocato da De Luca il quale mi sollecitò la cessione delle quote e mi promise che avrei mantenuto il mio ruolo. Dopo questo incontro decidemmo di cedere le quote».


Sulle coop è intervenuto ieri anche Angelo Rispoli, segretario provinciale Csa Fiadel: «Non sta a noi decidere se la stagione delle cooperative sociali è finita. Ma ora esiste una priorità: i lavoratori. Perché, al netto delle responsabilità che la magistratura dovrà accertare, ci sono persone che in questi anni hanno prestato un servizio con professionalità per la comunità di Salerno - dice - Il Comune di Salerno, come già accaduto negli anni passati con Vincenzo De Luca sindaco, deve dare un futuro a queste professionalità. All'epoca lo fece dando vita a un nuovo soggetto economico: Salerno Pulita. Ora potrebbe far valere la clausola sociale o creare una nuova soluzione come fece anni fa. L'importante è preservare i livelli occupazionali. Abbiamo chiesto alla prefettura di Salerno di convocare un tavolo per discutere di questo, visto che il Comune da giorni non ci riceve».
 

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