Bere aumenta le difese immunitarie, anche l'acqua aiuta contro il Covid 19

Bere aumenta le difese immunitarie, anche l'acqua aiuta contro il Covid 19
di Giovanni Del Giaccio
Giovedì 22 Aprile 2021, 11:09
4 Minuti di Lettura

«L’imperativo di salute in questo periodo è di bere acqua, bere tanto quanto necessario a seconda dell’età e condizione di attività e soprattutto privilegiare una idratazione di qualità». A dirlo è Andrea Fabbri,  coordinatore scientifico della Fondazione Acqua ma anche direttore dell'unità operativa  transmurale di endocrinologia all'ospedale "Cto Alesini" e docente   del dipartimento Medicina dei sistemi presso l’Università di Roma Tor Vergata. Idratarsi, quindi, anche per combattere il Covid 19. Vediamo perché: «L'acqua - afferma il professore - è essenziale per la vita e per la salute in genere. L’acqua è così importante che il nostro corpo è in realtà uno specifico sistema di gestione della siccità in atto per prevenire la disidratazione e garantire la sopravvivenza».

 Il corpo umano è composto in larga parte di acqua  e per questo: «Una idratazione appropriata è necessaria e auspicabile per mantenere alte le difese immunitarie, imprescindibile in tempo di pandemia. Infatti una disidratazione cronica anche di lieve entità, come purtroppo accade frequentemente nella popolazione anziana e nei soggetti fragili - mediamente l’80% degli anziani in Italia - predispone a una risposta immunitaria ridotta nei confronti di agenti patogeni esterni; inoltre l’idratazione deve essere il più possibile di qualità con acqua stabile nella sua composizione da fonti pure e non contaminate per limitare al massimo una ulteriore riduzione della capacità di risposta immunitaria».

Ma quanto bisogna bere al giorno per stare bene? Per un sedentario - sono i dati della Fondazione - sono necessari tra 1.2 - 2.5 litri al giorno, pari a circa 8 bicchieri di acqua da sorseggiare nell’arco della giornata. Per alcuni soggetti, come le donne in gravidanza e durante l’allattamento l’acqua è poi particolarmente importante in quanto assicura l’omeostasi generale di 2 organismi ed è auspicabile bere almeno mezzo litro di acqua in più al giorno.

«Anche per gli sportivi, il fabbisogno di liquidi aumenta; si va da 1 litro e mezzo a 3 litri al giorno di acqua necessaria da assumere per chi fa attività sportiva amatoriale e fino ai 6 litri per chi partecipa a gare intense di elevata durata e in ambienti caldi - aggiunge Fabbri - indipendentemente, però, dalla quantità di acqua che si deve assumere, sia per gli atleti amatoriali che per chi pratica sport a livello agonistico, il dispendio calorico e la perdita di acqua e sali che si verificano hanno l’urgenza di essere reintegrati».

Esiste un'acqua migliore?  «Per le donne in menopausa l’assunzione di acqua calcica, con un contenuto di calcio maggiore di 150 mg per litro, rappresenta una fonte nutrizionale di qualità di calcio alimentare.  Per gli sportivi maggiore sarà il grado di disidratazione e maggiore sarà la riduzione della prestazione atletica.

Una perdita di acqua pari solo all’1% del peso corporeo può influire sul rendimento fisico e una perdita del 2.5% del peso corporeo può determinare una riduzione fino al 35% della prestazione sportiva».  

Video

LA CLASSIFICAZIONE

Le acque sono classificate in base alla quantità di sali minerali presenti in 1 litro di acqua che definiscono il residuo fisso dell’acqua minerale. Per fare un esempio pratico,  quel che resterebbe nella pentola, dopo l’evaporazione totale dell’acqua. Se ne distinguono quattro tipi:

Minimamente mineralizzata: è l’acqua più leggera, con un residuo fisso che non superi i 50 milligrammi per litro, e ha il minor quantitativo di sali disciolti in assoluto. Attenzione, però: leggera non vuol dire dietetica. L’acqua, sempre, ha zero calorie.

Oligominerale o leggermente mineralizzata: è quella con un residuo fisso inferiore a 500 milligrammi per litro. Quando favorisce la diuresi e la diminuzione del sodio in eccesso, che è il responsabile dell’aumento della pressione e dell’affaticamento cardiaco, è consigliata per chi soffre di ipertensione.

Medio minerale: è quella il cui residuo fisso varia tra 500 e 1.500 milligrammi per litro, contengono una percentuale consistente di sali minerali (calcio, zolfo, ferro, magnesio, bicarbonato) e hanno applicazioni diverse a seconda del tipo di sostanze in esse presenti. Questi sali minerali svolgono un ruolo estremamente importante per l’organismo, tanto da essere considerati micronutrienti, al pari delle sostanze che si assumono attraverso gli alimenti solidi. Sono presenti sul mercato acque bicarbonate, solfate, clorurate, calciche, magnesiache, fluorate, ferruginose, acidule, sodiche e queste definizioni sono leggibili sull’etichetta.

Particolarmente ricca di sali: ha un residuo fisso superiore a 1.500 milligrammi per litro. In generale stimola la digestione. Queste acque sono molto ricche di sali, pertanto devono essere bevute specificamente a scopo curativo e su consiglio medico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA