Coronavirus, Galli: «Aumento contagi porterà casi gravi e morti. Stadi? Presto per aprire al pubblico»

Coronavirus, Galli: «Aumento contagi porterà casi gravi e morti. Stadi? Presto per aprire al pubblico»
Coronavirus, Galli: «Aumento contagi porterà casi gravi e morti. Stadi? Presto per aprire al pubblico»
Domenica 2 Agosto 2020, 09:38 - Ultimo agg. 11:37
2 Minuti di Lettura

«Non possiamo permetterci di rinunciare alle precauzioni. L'Italia, grazie a un serio lockdown, ha una posizione di vantaggio rispetto a molti altri Paesi, che però si può perdere alla prima distrazione». Lo dice Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all'università Statale di Milano e primario dell'ospedale Sacco, in un'intervista al quotidiano 'La Stampa'.

Galli è d'accordo con la linea dura del Comitato tecnico scientifico sui treni: «Capisco i turisti che viaggiano scomodi, ma se devo fare il mio mestiere dico che è meglio aspettare a togliere le distanze. Cts troppo duro? I miei colleghi non sono nati ieri. Sembrano severi, ma spesso mi trovo in linea con le loro decisioni».

Coronavirus Italia, infettivologo Galli: contagi di importazione ma anche molti casi sommersi

Allarme Oms: «La pandemia di coronavirus durerà a lungo. È emergenza internazionale»



Galli si dice concorde sul provvedimento che ha in qualche modo tenuto chiuse le discoteche: «Vanno ancora evitati gli assembramenti, pure allo stadio, e anche all’aperto in caso di contatti ravvicinati è bene non dimenticare distanze e mascherine».

Secondo Galli l'aumento dei contagi avrà come conseguenza l'aumento dei ricoverati e dei morti: «È già possibile notare un piccolo incremento dei ricoveri in rianimazione e l’abbassamento dell’età media. Su 100 contagiati il virus ne uccide tre o quattro, la gran parte ha un’infezione lieve e da recenti studi circa un terzo ha pochi o nessun sintomo. Le vittime sono soprattutto anziani e persone con fattori predisponenti, su cui non c’è chiarezza per cui è bene per tutti continuare a usare le protezioni».  E poi precisa: «Il virus non è mutato».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA