Coronavirus, l'infettivologa: «Aspettiamoci un'instabilità dei numeri, ma le misure funzionano»

Coronavirus, l'infettivologa: «Tutti possiamo essere dei moltiplicatori, state a casa»
Coronavirus, l'infettivologa: «Tutti possiamo essere dei moltiplicatori, state a casa»
di Raffaella Troili
Venerdì 27 Marzo 2020, 08:24 - Ultimo agg. 9 Aprile, 19:38
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Professoressa Gloria Taliani, professore ordinario di Malattie infettive alla Sapienza, in viaggio verso Piacenza al seguito della Protezione civile come vede l'andamento del covid-19 nel Lazio?
«Siamo intorno al 9 per cento complessivo dei casi positvi, con un incremento uguale di ricoverati e soggetti in isolamento domiciliare. I decessi sono in incremento dell'undici per cento, trascinandosi dietro il carico dei casi severi accolti nelle rianimazioni nei giorni scorsi».

Tutti dati negativi?
«Il dato più confortante tuttavia è l'incremento dei soggetti guariti che raggiunge il 18 per cento».

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Da cosa dipende questo incremento secondo lei?
«La Regione Lazio sta mettendo in campo tutte le sue forze con 2000 posti letto e 450 posti di terapie intensive».

Come possiamo leggere questi numeri senza allarmarci?
«I dati indicano numeri in crescita ma con una leggera deflessione della crescita...».

Che vuol dire?
«Possiamo pensare che le misure di contenimento finora messe in campo stiano funzionando».

Cosa ci dobbiamo aspettare?
«Ci dobbiamo aspettare una certa instabilità sui numeri soprattutto su base regionale perché l'andamento epidemiologico potrebbe non essere omogeneo su tutto il territorio ed è chiaro che nelle regioni, nelle aree dove c'è un'altra concentrazione di casi il virus sta circolando più intensamente e ci potrebbe volere più tempo per ottenere una riduzione apprezzabile del numero dei casi».

Che problemi potrebbero crearsi?
«E' chiaro che ci potrà essere una discrepanza variabile tra richieste di posti in Rianimazione e disponibilità, dunque sarà necessario tenere sotto osservazione come si muovono i numeri nei prossimi giorni per capire quali saranno le aree da potenziare».

A noi che resta da fare?
«Il contenimento della diffusione del virus è fondamentalmente, è basato sul rispetto dell'educazione delle regole indette dal ministero e ribadite da tutti».

Intravede falle nel sistema?
«No, anzi, vedo impegno, disponibilità messe in campo da tute le istituzioni coinvolte e moltissimo sforzo su base individuale da parte dei medici che lavorano con dedizione e in modo straordinario, meritano un ringraziamento speciale».

E' appena arrivata a Piacenza.
«Ancora non ho visto come si muove la macchina dall'interno in queste zone, vi saprò dire».

Le sue previsioni?
«Lo vedremo solo andando avanti cosa ci aspetta, sento interrogativi che tutti si pongono e per i quali al momento non c'è una risposta certa. Quelli sono fattori esterni che non dipendono da noi, possiamo solo osservare quello che accade. Quanto a noi, possiamo potenziare la macchina degli interventi e limitare il più possibile la circolazione del virus: è questa la cosa più intelligente che possiamo fare tutti».

Il Lazio tiene, i numeri restano stazionari comunque.
«E' un ottimo risultato, la stazionarietà dei dati rimarrà poi la curva comincerà a scendere ma la velocità dipenderà in larga misura dall'adesione di tutti noi alle misure di contenimento messe in campo. La gente non capisce che stare a casa è la necessità suprema, non esporsi al contagio, non fare da moltiplicatori dell'infezione, ognuno di noi. Dobbiamo essere estremamente cauti nei movimenti, ognuno di noi può essere un moltipolicatore, per non vanificare questi sforzi immani».

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