Covid, Crisanti: «Vaccino a dicembre? Pochi test, io mi preoccuperei. Mancano provvedimenti sui trasporti»

Covid, Crisanti: «Vaccino a dicembre? Pochi test, io mi preoccuperei. Mancano provvedimenti sui trasporti»
Covid, Crisanti: «Vaccino a dicembre? Pochi test, io mi preoccuperei. Mancano provvedimenti sui trasporti»
Martedì 27 Ottobre 2020, 11:11 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 14:48
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In occasione della presentazione alla stampa dell'ultimo Dpcm anti Covid, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha ribadito la possibilità che già a dicembre il vaccino potrebbe essere pronto. Sull'argomento, tuttavia, il mondo della scienza si divide e il virologo Andrea Crisanti appare piuttosto scettico: «Sarei preoccupato, perché significherebbe che non è stato testato sul campo, sulla popolazione per dimostrare che ci sia una differenza statisticamente significativa tra i vaccinati e i non vaccinati. Qualora accadesse, sarebbe una cosa senza precedenti».

A dare manforte alle sue affermazioni ci sarebbe altro: «Non è ancora apparsa una sola pubblicazione scientifica al vaglio della comunità che testimoni la presenza delle caratteristiche di cui si parla nel vaccino.

Naturalmente sarebbe il rimedio più efficace, ma per arrivarci il procedimento è lento e molto lungo». Altra nota dolente sono i trasporti: «Manca un vero e proprio provvedimento che li regoli, sono un'occasione di assembramento pazzesca e non si capisce perché si tollerino, a differenza di cinema e spettacoli». Proprio su questo, il virologo insiste: «Sono provvedimenti di compromesso che diminuiscono i contatti, alcuni sono ragionevoli, altri meno come il divieto di partecipazione a spettacoli, cinema e luoghi di per sè abbastanza regolati».

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Intanto la curva del contagio non accenna a calare: «I numeri parlano da soli - dice ancora Crisanti - Suggeriscono una dinamica in peggioramento e le decisioni prese domenica mostreranno eventuali effetti fra dieci, quindici giorni. Si poteva aprire un distretto scolastico un mese e capire cosa accadeva in quell'area. Non è stato fatto. Poi si potevano fare campionamenti massicci con test rapidi per capire se c'era trasmissione virale. Adesso qualsiasi discorso sulle scuole è fatto sulla base di intuizioni, di sensazioni».

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Il professore, ordinario di microbiologia dell'università di Padova, nei giorni scorsi aveva paventato altri dubbi: «Abbiamo visto che il Covid può essere mortale. Faccio fatica a capire come queste persone a casa possano essere monitorate e, in caso di peggioramento, trattate. Un paziente stabile sta a casa, ma non si capisce quali siano i parametri che giustificano, in caso di aggravamento, il trasferimento in ospedale».

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Pubblicato da Cusano Italia TV su Lunedì 26 ottobre 2020

Il riferimento è al servizio di cure domiciliari sperimentato in Toscana: «Su larga scala, non è mai stato sperimentato nulla di simile. Ci vuole una valutazione di rischi e vantaggi. Chiaro che tra i vantaggi
probabilmente c'è il minor affollamento degli ospedali, però poi non esistono dei dati che ci permettono di dire che danno noi facciamo ai pazienti».

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Aiuti raddoppiati per i settori che hanno subito chiusure totali, confermati o incrementati per gli altri. Il decreto di sostegno all'economia, pensato per accompagnare le nuove restrizioni imposte con l' ultimo Dpcm , dovrà aspettare almeno la giornata di oggi per essere approvato in Consiglio dei ministri: il governo intende confrontarsi nelle prossime ore con le categorie interessate.


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