Covid Italia, Cauda (Gemelli): con questi numeri rischio terza ondata a metà gennaio

Covid Italia, Cauda (Gemelli): con questi numeri rischio terza ondata a metà gennaio
Covid Italia, Cauda (Gemelli): con questi numeri rischio terza ondata a metà gennaio
di Lorena Loiacono
Sabato 12 Dicembre 2020, 11:30 - Ultimo agg. 14 Dicembre, 06:10
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Da un lato le aspettative degli italiani in vista del Natale, ormai alle porte, e dall’altro la paura che, come accaduto la scorsa estate, abbassare la guardia possa significare lasciare ancora una volta campo libero al virus del Covid-19

Il rischio che le festività possano scatenare la terza ondata è reale, concreto: da evitare assolutamente. Inevitabile in questi giorni il confronto tra la situazione attuale a quella di inizio estate, cioè prima dell’arrivo della temuta seconda ondata. E, dati alla mano, l’Italia non può permettersi rischi.

«Gli effetti dei comportamenti poco attenti non si vedono subito ma dopo un certo numero di giorni, di settimane - spiega il professore Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Universitario A.

Gemelli Irccs di Roma - le conseguenze delle libertà che gli italiani si sono concessi ad agosto hanno portato infatti all’arrivo della seconda ondata verso ottobre e novembre. Il picco lo abbiamo raggiunto intorno al 20 novembre. Quindi il virus ha impiegato parecchio a riprendere vigore. Ma ora la situazione è diversa: partiamo da numeri molto più alti. Ad agosto la percentuale dei casi positivi sui test effettuati era intorno allo 0,5% e 0,6%, con un numero esiguo di morti, comunque doloroso, intorno alle 10 persone. Quindi non c’era neanche più lo stress sulle strutture sanitarie tanto che alcuni reparti Covid hanno addirittura chiuso».

Ma oggi la situazione è decisamente diversa, la terza ondata potrebbe arrivare molto prima e non aspettare due o tre mesi di distanza come avvenuto ad agosto.

La situazione

«Oggi abbiamo dai 16mila ai 20 mila contagi al giorno, con una percentuale di casi su test che oscilla da 9 a 12 in maniera altalenante. Se ci sono distrazioni e allentamenti in questi giorni, quindi - continua l’esperto del policlinico Gemelli -  il rischio grosso è che ne vediamo gli effetti intorno alla metà di gennaio. E questo rappresenta un enorme problema perché ci sarà la terza ondata del Covid e il picco dell’influenza stagionale: stessi sintomi».

La seconda metà del mese di gennaio, quindi, potrebbe veder arrivare la temuta terza ondata Covid ma è lo stesso periodo in cui, l'anno scorso 8milioni di italiani vennero colpiti dall’influenza. Potrebbe verificarsi una problematica di tipo diagnostico: gli stessi sintomi e un aggravio dello stress nei pronto soccorso e negli ospedali, sia per le terapie intensive sia per l’area medica.

Per mantenere il controllo è necessario mantenersi al di sotto del 30% di terapie intensive per casi Covid e del 40% per casi di altra area medica: in questo momento però entrambi i dati sono stati superati. 

Ora il virus è presente in tutta Italia, se dovesse riprendere ulteriormente vigore il problema interesserebbe quindi tutta Italia. Sta già accadendo negli Stati Uniti, dove la terza ondata ha preso forza sia nei territori dell’Est che in quelli dell’Ovest. L’obiettivo primario è evitare che accada anche in Europa.

Come comportarsi

«Come sempre la situazione è nelle nostre mani - sottolinea il professore Cauda - nella seconda ondata i contagi sono dilagati proprio in ambito famigliare. I giovani che si sono contagiati nel periodo estivo, ad esempio, non hanno avuto forti ripercussioni personali, anche perché spesso si è trattato di casi asintomatici, ma hanno poi portato il virus in famiglia tra nonni e genitori. Quindi ora massima attenzione ai comportamenti: il rischio c’è sempre, anche con 6 persone a tavola. E’ necessario seguire sempre le regole e mantenere il distanziamento in qualunque situazione. È in arrivo il vaccino, ma non sarà la panacea di tutto: ci vorranno mesi per raggiungere la copertura maggiore. Nel frattempo l’emergenza andrà avanti, proveremo a toglierle il terreno sotto i piedi».

La regola principale resta sempre quella del distanziamento: il limite di 6 persone a tavola, indicativo ovviamente, deve tenere conto anche degli spazi disponibili in famiglia e del mantenimento delle distanze. Mai abbassare la guardia, mai avvicinarsi ad un parente. Sia per lo scambio dei regali sia per quello degli auguri con un cin cin. Esclusa ovviamente la possibilità di scambiarsi baci e abbracci: sarà il rispetto delle regole il regalo più prezioso.

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