Il Covid è uscito dal laboratorio di Wuhan o ha origine naturale? Le 5 stranezze del virus. Palù: ​«Ipotesi ancora aperte al 50%»

Il Covid è uscito dal laboratorio di Wuhan o ha origine naturale? Le 5 stranezze del virus. Palù: «Ipotesi ancora aperte al 50%»
Il Covid è uscito dal laboratorio di Wuhan o ha origine naturale? Le 5 stranezze del virus. Palù: ​«Ipotesi ancora aperte al 50%»
Giovedì 1 Luglio 2021, 19:00 - Ultimo agg. 3 Luglio, 11:50
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Il Covid è uscito dal laboratorio di Wuhan o ha origine naturale? «Ipotesi ancora aperte al 50%». È dunque più che mai urgente arrivare a determinare l'origine del Sars-CoV-2, per conoscere la vulnerabilità del sistema ma anche per mettere in atto azioni per prevenire il rischio di future pandemie. Occorre però «trasparenza e collaborazione» da parte della Cina perchè questo virus che ha determinato nel mondo la pandemia da Covid-19 presenta «peculiarità». E la politica gioca un «ruolo importante» per spingere la Cina a questa collaborazione. A fare il punto è il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, nell' audizione informale alle Commissioni riunite Esteri e Affari sociali nell'ambito dell'esame della proposta di 'Istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di Sars-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall'Oms per evitarne la propagazione nel mondo'.

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Dunque Commissione di inchiesta ma, dice, «sarebbe opportuno che l'Europa, nel suo ambito fosse univoca e che ci sia una unità concorde politica nel fare questa richiesta come mi pare adesso ci si stia indirizzando», sottolineando la necessità di una «investigazione a tutto campo». «Interrogarsi sulle origini di questa Pandemia - afferma dinanzi ai parlamentari italiani - è un compito non solo degli scienziati che fanno il loro meglio, ma soprattutto della politica» e «far luce su questo è un atto dovuto», ma serve la «collaborazione della Cina» che va «responsabilizzata» attraverso la Politica, e la collaborazione tra Paesi.

Perchè questo virus presenta peculiarità «pur essendo al 98% identico al virus del pipistrello a ferro di cavallo, Rhinolophus sinicus».

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Le 5 stranezze del virus

Almeno 4-5 le 'stranezze'. Il Sars-CoV-2 riconosce 10 volte di più recettori umani rispetto agli altri coronavirus; mancanza di un ospite intermedio («solitamente questi virus non passano direttamente all'uomo»); alcune «sequenze strane, uniche» non oggetto di ricombinazione, che potrebbero essere state acquisite dal virus mediante replicazione in coltura umana; se il pipistrello è stato l'ospite naturale di questo coronavirus non riesce più a tornarvi («se si è evoluto dal pipistrello, lo ha fatto in maniera che non conosciamo e quindi non è più in grado di ritornare nel suo ospite»). Inoltre «intorno alla caverna dove è stato per la prima volta identificato questo virus la gente non ha anticorpi quindi perlomeno lì non si è diffuso» e, infine, la mancanza di dati. «Sappiamo che questi virus sono stati coltivati per anni a Wuhan. Non abbiamo contezza di dati dai cinesi perché dal 2019 i registri che sono tenuti in tutti i laboratori ad alta protezione non si sono più rinvenuti», ricorda Palù citando risultati degli ultimi report diffusi.

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Palù: «Ipotesi ancora aperte al 50%»

Quindi, dice, se non abbiamo «collaborazione e trasparenza» da parte della Cina le due ipotesi che il virus sia di origine naturale o che, possibilità che non si può escludere, sia frutto di incidente in laboratorio, «restano aperte», al 50%. Necessario, secondo Palù, organizzare un sistema di «registri, revisioni e ispezioni mensili» quando si fanno esperimenti pericolosi o con virus pericolosi o con potenziale pandemico e, da parte della scienza, ispezione di tutti i database. «Oggi - afferma - abbiamo mezzi potentissimi per modificare un virus. Abbiamo forbici molecolari che ci permettono di inserire sequenze dove vogliamo senza che si possa risalire al metodo utilizzato o all'intervento, però basta anche coltivare i virus, e un incidente può avvenire», come «negli stessi Stati Uniti, in Cina con il virus del 2002, con la brucellosi». «La cosa importante è che si sappia». Infine, conclude Palù, tre le lezioni da questa pandemia: investire in medicina territoriale; investire in studi di virologia evoluzionistica per capire i virus con potenzale pandemico; imparare a comunicare la scienza.

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