Covid, Galli: «Aperture nel Dpcm marzo? È presto, virus scorrerà ancora sotto i ponti. No a virologi ministri»

Covid, Galli: «Aperture nel Dpcm marzo? È presto, virus scorrerà ancora sotto i ponti. No a virologi ministri»
Covid, Galli: «Aperture nel Dpcm marzo? È presto, virus scorrerà ancora sotto i ponti. No a virologi ministri»
Martedì 9 Febbraio 2021, 12:26 - Ultimo agg. 12:33
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Covid, Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, si dice pessimista sulla circolazione del virus: «Aperture nel Dpcm marzo? È presto, il virus scorrerà ancora sotto i ponti». E poi boccia l'ipotesi che alcuni virologi possano entrare nel governo Draghi: «No a virologi ministri»

Galli: «Mi piacerebbe essere ottimista»

In vista del 5 marzo, dunque, giorno in cui scadrà l'ultimo Dpcm anti-Covid che regola il coprifuoco e l'apertura o la chiusura delle varie attività, «mi piacerebbe essere ottimista» come chi prospetta la fine di alcuni divieti. «Ma temo di dover affermare che da qui ai primi di marzo c'è ancora parecchio tempo, e parecchio virus scorrerà ancora sotto i ponti prima di poter prendere delle decisioni in un senso o in un altro». Lo ha spiegato ad Agorà su Rai3 Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, docente all'università Statale del capoluogo lombardo.

«Ho dovuto imparare a vivere alla giornata - ha sottolineato Galli - guardando i dati e sapendo che talvolta anche i dati disponibili non sono esattamente rispondenti alla realtà o non immediatamente rispondenti», ha precisato l'esperto, auspicando che ogni provvedimento venga dunque preso sulla base di dati reali.

E dati alla mano, al momento «io ritengo che si sia, una volta di più, tra coloro che son sospesi. Cioè su un crinale che potrebbe essere sempre più stretto, oppure potrebbe forse allargarsi in senso favorevole».

Diversi i fattori di cui tenere conto, secondo Galli: dalla situazione negli altri Paesi europei, che per ora «stanno tutti quanti peggio di noi, a quanto contino le nuove varianti di Sars-CoV-2 e a quale influenza potrebbero avere nel breve periodo anche in Italia». C'è però anche da considerare il quadro di stanchezza e di tensione venutosi a creare nel Paese, con «una specie di contrapposizione tra i garantiti del 27 del mese e coloro che invece hanno attività colpite in maniera durissima dalla pandemia. Una contrapposizione molto brutta, come anche quella tra anziani e giovani per molti aspetti. Certo è che comunque non abbiamo ancora una situazione messa in sicurezza. E questo deve farci pensare - ha ammonito l'infettivologo - altrimenti il 'giallo' che sta via via colorando tutta l'Italia ci fa morire di itterizia».

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Galli: «No a virologi ministri»

«Ciò che sta succedendo nella pandemia ci obbligherebbe a non avere alcuna interruzione» alla guida del ministero delle Salute. Mentre «non è assolutamente necessario a mio avviso mettere uno della nostra posizione nel ruolo di ministro, viceministro o sottosegretario». Lo ha detto Massimo Galli, direttore di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, durante durante la trasmissione Agorà su Raitre, in merito all'ipotesi di inserire un virologo alla guida del dicastero di Lungotevere Ripa nel Governo Draghi.

«Per il ruolo di ministro della Salute - ha aggiunto Galli - serve un profilo importante di sanità pubblica, veloce, efficiente, non necessariamente un tecnico, ma una figura che eviterebbe di dover spender tempo a capire come funzionano le cose». Quindi, ha concluso, «non è necessario mettere una persona con un profilo strettamente tecnico a fare il ministro» ma chi ricopre questo incarico dovrebbe utilizzare al meglio i consigli di colleghi che «debbono consigliare orientare e contribuire all'operatività delle decisioni».

 

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