Covid, focolai in famiglia e bimbi in quarantena, Bonetti: «Subito test rapidi e permessi per i genitori»

Covid, focolai in famiglia e bimbi in quarantena, Bonetti: «Subito test rapidi e permessi per i genitori»
di Diodato Pirone
Lunedì 5 Ottobre 2020, 06:17 - Ultimo agg. 11:13
5 Minuti di Lettura

«In quest'ultima fase della pandemia si stanno sviluppando contagi per lo più in ambito familiare. Ne siamo consapevoli. Però il sistema di precauzioni sui posti di lavoro e nei luoghi di comunità così come quello di tracciamento stanno mantenendo numeri controllati. Certo, sappiamo che oggi più che mai che le famiglie vanno supportate». Elena Bonetti, ministro della Famiglia ed esponente di Italia Viva, è un fiume in piena mentre elenca le iniziative che sta mettendo in campo il governo per aiutare le famiglie coinvolte nella pandemia ed in particolare quelle con figli piccoli.

Ministro per l'Istituto Superiore di Sanità tre focolai pandemici su quattro sono concentrati in ambiti familiari. Quanto è preoccupata?
«Abbiamo già messo in campo ulteriori misure che ricalcano iniziative prese durante il lockdown. Ma mi faccia dire che, per quanto delicata sia la situazione italiana, la scelta di riaprire le scuole era doverosa ed è questa, se vogliamo definirla così, la principale mossa pro-famiglie. Così come a protezione della famiglia va il sistema di tracciamento come la app Immuni e tutte le misure di prevenzione e protezione che stiamo adottando. In questo contesto dobbiamo fare di tutto per mantenere il vantaggio che abbiamo rispetto allo sviluppo della pandemia in altri Paesi europei perché l'obiettivo di tutti deve essere quello di evitare un nuovo lockdown. Le nostre misure pro-famiglia si dispiegano in questo contesto perché la riapertura della socialità è fondamentale per tutti a partire dai figli».

Covid, il nuovo Dpcm: mascherine all’aperto in tutta Italia. E limitazioni per feste, nozze e funerali

Scuola, i presidi: «Caos regole, scuole senza distanze». Il governo: non si chiude

Ma i casi di contagio a scuola si moltiplicano e parecchi studenti-figli sono già in quarantena. In questi casi come state aiutando le famiglie?
«Innanzitutto è stato fondamentale reintrodurre per i genitori misure di tutela del lavoro che avevamo adottato durante il lockdown».

Quali?
«I genitori di studenti obbligati alla quarantena possono lavorare in smartworking e hanno diritto ad un congedo pagato al 50% della propria retribuzione giornaliera. Queste misure riguardano anche i lavoratori autonomi con partita Iva iscritti all'Inps. E questo è importante».

Ha cifre su quanti genitori stanno usufruendo di queste agevolazioni?
«E' troppo presto per avere un quadro ordinato del fenomeno. Le scuole sono riaperte da poco più di due settimane nel Centro Nord mentre in molte Regioni del Sud le lezioni sono riprese solo dal 24 settembre. Per ora si tratta di casi sporadici».

Pensa sia sufficiente come aiuto a famiglie in difficoltà a causa del Covid?
«Ovviamente no. Stiamo lavorando su più livelli. Una strada è quella di potenziare il finanziamento di iniziative dei Comuni con il terzo settore per venire incontro alle esigenze delle famiglie, in particolare quelle che mostrano situazioni di povertà educativa per cui a breve uscirà un nuovo bando di 15 milioni. Il parlamento sta esaminando il decreto Agosto e spero approvi un emendamento di Italia Viva che permette ai Comuni di proseguire le attività educative iniziate questa estate con il finanziamento straordinario di 135 milioni. Ma non possiamo pensare che il tema si fermi qui».

E cioè?
«Sul piano del contrasto alla pandemia un grosso aiuto arriverebbe alle famiglie dalla diffusione dei test rapidi che devono essere usati su scala nazionale. E' ovvio che di fronte a un bambino raffreddato sapere in poco tempo se si tratta di influenza o meno è decisivo. Così come un grosso passo avanti arriverà dalla distribuzione capillare dei vaccini anti-influenzali alla quale il governo e le Regioni stanno provvedendo».

Tempo fa si è parlato di destinare spazi pagati con fondi pubblici, ad esempio stanze d'albergo, a mamme che non potevano fare smartworking a casa .
«Non siamo più in lockdown. Direi che oggi il tema è un altro: aumentare in Italia spazi adeguati per i figli. E il primo nodo che dobbiamo sciogliere è quello degli asili nido».

E cosa sta facendo il governo?
«Nella Finanziaria dello scorso anno abbiamo già stanziato 2,5 miliardi per nuovi asili nido che sono troppo pochi soprattutto al Sud. Riprenderemo questo dossier nell'ambito del Recovery Fund europeo. Il punto vero è quello di far decollare tutte le misure del Family Act».

Quali sono e a che punto è l'esame della legge?
«La legge delega che chiamiamo Family Act dovrebbe iniziare ad essere operativa dal 2021 e tra l'altro prevede una rivoluzione fiscale per chi ha figli: un assegno unico e universale che assorbirà tutti i sussidi attuali.

Proprio nel quadro del Family Act punteremo a favorire la costruzione di spazi integrati nei quali le madri potranno fare smart working o altre attività mentre i figli potrebbero seguire attività educative. L'idea è quella di incentivare i Comuni a progettare aree adeguate alle nuove esigenze familiari. L'obiettivo è passare dallo smartworking allo smartliving».

© RIPRODUZIONE RISERVATA