Covid, Speranza: «Stop alle feste»
Il Cts: «Per la guarigione basterà
solamente un tampone negativo»

Covid, Speranza: stop alle feste, per la guarigione basterà un solo tampone negativo
Covid, Speranza: stop alle feste, per la guarigione basterà un solo tampone negativo
di Marco Conti e Mauro Evangelisti
Domenica 11 Ottobre 2020, 22:10 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 17:04
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Il livello di allarme per la diffusione del Covid è aumentato, il sistema ancora regge, ma dobbiamo potenziare le difese. Questo è stato il ragionamento del ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’incontro di ieri pomeriggio con il Cts, il comitato tecnico scientifico.

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Su due punti fermi sono d’accordo il ministro e gli scienziati: non ci sono le condizioni per il lockdown; vanno vietate le feste, anche quelle private, ma su questo all’interno del governo e della maggioranza c’è chi frena, a partire dai renziani.

I dati di ieri, con una lieve flessione dei contagi (5.456), sono solo un’illusione ottica, perché c’è stato un calo dei tamponi eseguiti (104.658). Inoltre, i pazienti in terapia sono aumentati di 30 unità in 24 ore, arrivando a 420.

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Agostino Miozzo, presidente del Cts: «Dobbiamo pensare a nuove regole, anche sugli orari di chiusura dei locali notturni, ma soprattutto applicare e fare rispettare quelle esistenti, altrimenti è tutto inutile». Su un altro fronte, però, quello della semplificazione dei protocolli, il Cts ha fatto delle concessioni. Il sistema dei tamponi è vicino al punto di rottura, si stanno creando lunghe code e attese. Così succede che anche chi ha sintomi non riesca a ottenere il test perché una parte delle risorse, ad esempio, è utilizzata per effettuare il doppio esame a chi è guarito. Il Cts ieri ha dato il via libera alla riduzione della quarantena da 14 a 10 giorni per chi deve restare in isolamento e non ha alcun sintomo. E ha accettato di liberare gli asintomatici (o i sintomatici che ormai non sono più malati) anche con un solo tampone negativo.

Fino ad oggi l’Italia ha applicato una linea molto prudente che esige il doppio test negativo. In questo modo c’è chi sta bene ma resta prigioniero per mesi perché magari ha tracce del virus, risulta positivo ma non è più contagioso. Più nel dettaglio: il positivo asintomatico può uscire dall’isolamento dopo 10 giorni e con un tampone negativo; il positivo sintomatico può farlo sempre dopo la quarantena di dieci giorni di cui gli ultimi tre consecutivi senza sintomi e con il tampone negativo; il contatto stretto di un positivo è libero dopo 10 giorni di isolamento e un tampone negativo, ma in questo caso è sufficiente quello rapido, mentre in tutti gli altri casi serve quello di tipo molecolare. Via libera alla possibilità di eseguire i tamponi dai medici di base e dai pediatri di libera scelta. Si tratta di una svolta importante, perché con la riapertura delle scuole si sono moltiplicate le occasioni in cui viene chiesto l’esame. Il sistema non sta reggendo e le lezioni rischiano la paralisi. Dal medico di base sarà possibile eseguire tanto il tampone molecolare (il materiale prelevato verrà poi inviato al laboratorio) quanto quello antigenico (il cosiddetto tampone rapido, che restituisce il responso dopo 20-30 minuti). Ora però bisognerà raccogliere la disponibilità dei medici di base e dei pediatri, operazione che nel Lazio è già cominciata. Ultimo tassello: sì ai tamponi antigenici rapidi nelle scuole e, in genere, per tutti i semplici contatti di un positivo.


NODI
Ma ci sono sufficienti tamponi, sia molecolari, sia rapidi? Il commissario Domenico Arcuri ha assicurato che ne sono stati acquisiti cinque milioni e questo dovrebbe assicurare un sufficiente quantitativo. Il Cts oggi pomeriggio si riunirà di nuovo e continuerà a esaminare le proposte di limitazioni di Speranza che sono poi quelle che saranno inserite nel Dpcm che sarà varato entro mercoledì: non solo la chiusura anticipata per bar e ristoranti, ma anche un tetto ai partecipanti a cene, feste, matrimoni, battesimi, funerali, quel tipo di cerimonie che ogni giorno stanno producendo nuovi cluster. Su questo ieri sera il ministro Speranza, ospite di Fazio su Raitre, è stato perentorio: «Ho proposto di vietare tutte le feste, a partire da quelle scolastiche. Non è possibile che a scuola tutto sia organizzato con rigore e poi magari al pomeriggio a casa si fa una festa di compleanno con i compagni di classe. Il 75 per cento dei contagi avviene in ambiti familiari o di amici. Dobbiamo rinunciare alle feste».

Ancora: «Agiremo sugli assembramenti e sugli orari dei locali. Ma serve la collaborazione di tutti i cittadini, la risposta securitaria non basta, anche se i controlli contro gli assembramenti ci saranno. Dobbiamo capire tutti che siamo in una fase nuova. Dopo quella delle riaperture, con l’aumento dei casi e con quello che sta succedendo nel resto d’Europa, dobbiamo tornare a una maggiore prudenza. Ma non ci sono le condizioni per un nuovo lockdown». Oggi vertice tra il ministro Francesco Boccia e la Conferenza Stato-regioni, per condividere le scelte del Dpcm. Alcune misure - a cominciare dalla quarantena ridotta - erano state sollecitate proprio dai presidenti di Regione che in questo modo avranno da gestire meno affollamenti negli ospedali e avranno a disposizione più tamponi per potenziali infetti. Speranza ha chiarito: «Il Dpcm dirà che le regioni, se vogliono apportare modifiche alle misure nazionali, potranno farlo solo in forma restrittiva».
 

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