Influenza aviaria H5N1, il virus è mutato: si può trasmettere da uomo a uomo, morta una bimba di 11 anni

Gli scienziati sul campo che hanno effettuato la scoperta hanno affermato che la situazione «deve essere trattata con la massima attenzione»

Influenza aviaria H5N1, dai sintomi alla trasmissione all'uomo: rischiamo una nuova pandemia? Ecco cosa sappiamo
Influenza aviaria H5N1, dai sintomi alla trasmissione all'uomo: rischiamo una nuova pandemia? Ecco cosa sappiamo
di Mario Landi
Mercoledì 1 Marzo 2023, 19:02 - Ultimo agg. 3 Marzo, 09:53
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Un ceppo di influenza aviaria H5N1, che ha provocato la morte di una studentessa in Cambogia si è evoluto per infettare meglio le cellule umane. Il caso, secondo gli esperti, rappresenta un segnale preoccupante. Gli scienziati sul campo che hanno effettuato la scoperta hanno affermato che la situazione «deve essere trattata con la massima attenzione». Secondo le loro rilevazioni ci sarebbero «alcune indicazioni» che dimostrerebbero come il virus abbia già «attraversato» un essere umano e raccolto le nuove mutazioni prima di infettare la ragazza.

Influenza aviaria H5N1, i casi nell'uomo

«Le autorità cambogiane ci hanno informato di 2 casi confermati di influenza aviaria H5N1, entrambi membri della stessa famiglia.

Uno dei casi è la bambina di 11 anni», che «purtroppo è morta» nei giorni scorsi. Si tratta della prima vittima accertata. «Siamo in stretto contatto con le autorità del Paese per capire di più sull'epidemia. Le indagini sul campo sono in corso. La situazione globale dell'H5N1 è preoccupante data l'ampia diffusione del virus negli uccelli in tutto il mondo e le crescenti segnalazioni di casi nei mammiferi, compreso l'uomo». A sottolinearlo è stata Sylvie Briand, direttrice della Preparazione e prevenzione di epidemie e pandemie dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in un incontro stampa avvenuto lo scorso 24 febbraio. «L'influenza H5N1 è una grave malattia respiratoria, con una serie di sintomi osservati da lievi a fatali. Il tasso di mortalità tra i casi segnalati con infezione da H5N1 nel corso degli anni è superiore al 50%», ha ricordato Briand, spiegando che «l'Oms prende sul serio il rischio di questo virus e sollecita una maggiore vigilanza da parte di tutti i Paesi».

 

Remuzzi: «Si potrebbe anche diffondere da persona a persona»

Dopo l'esperienza del Covid, in molti ora si chiedono: H5N1 potrebbe essere la prossima pandemia? «Adesso il rischio per l'uomo sembra essere basso. Ma in linea di principio potrebbe essere. Nel senso che questi virus possono mutare» e acquisire la capacità di «infettare l'uomo più facilmente di come non stia succedendo per ora». E in un caso simile, «con queste caratteristiche, si potrebbe anche diffondere da persona a persona». A sottolinearlo all'Adnkronos Salute è Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, che spiega cosa sappiamo del virus e cosa possiamo prevedere. Se sulla carta non si può escludere che l' aviaria diventi una minaccia più concreta per l'uomo, «d'altra parte va ricordato - osserva Remuzzi - che il virus è in circolazione da 25 anni e non è così facile» che ci sia una svolta di questo tipo, «anche se» in questo periodo «sono stati rilevati diversi casi nei mammiferi» e anche se «possono esserci delle mutazioni che in questo momento non riusciamo a prevedere».

Il precedente

A proposito di svolte impreviste, lo scienziato italiano ricorda «quello che è successo nel 2009». Il virus A/H1N1, che quell'anno divenne pandemico, di fatto era frutto di un riassortimento genico, un sottotipo di virus di influenza umana che era il risultato di una combinazione di due virus dell'influenza suina che contenevano geni di origine aviaria e umana. «Questi scambi di geni sono dei fenomeni che occorrono e che capitano a caso. È difficile dunque dire se questo potrà causare la prossima pandemia». E la minaccia potrebbe venire «anche da un altro virus», puntualizza. Per l' aviaria, «la possibilità che passi all'uomo c'è già e si è già vista. Ma la persona deve venire in contatto molto ravvicinato con un volatile infetto, vivo o morto, o con delle superfici contaminate da» liquidi o materiale biologico di «animali infetti». E infatti, fa notare Remuzzi, «nei Paesi dove ci sono più facilmente questi passaggi dell'animale all'uomo le persone vivono con i polli in casa o comunque a stretto contatto con pollame».

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