Influenza e temperature estive, torna a salire la mortalità: colpiti gli ultraottantenni. Gennaio, luglio e dicembre i mesi peggiori

Nel 2022 inversione di tendenza dopo il caso seguito al picco del Covid

Influenza e temperature estive, torna a salire la mortalità: colpiti gli ultraottantenni. Gennaio, luglio e dicembre i mesi peggiori
Influenza e temperature estive, torna a salire la mortalità: colpiti gli ultraottantenni. Gennaio, luglio e dicembre i mesi peggiori
di Luca Cifoni
Lunedì 13 Marzo 2023, 11:13 - Ultimo agg. 15 Marzo, 09:07
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La mortalità rialza la testa. Dopo il calo seguito al picco storico dell'anno del Covid, il numero dei decessi nel nostro Paese è tornato a salire leggermente nel 2022, mantenendosi ben al di sopra del livello medio del periodo precedente la pandemia. L'incremento, che emerge dai primi dati provvisori dell'Istat, coinvolge però essenzialmente la popolazione molto anziana, mentre per le altre fasce di età la tendenza è diversa, con una diminuzione marcata rispetto al 2021. Il fenomeno dovrà essere analizzato più in dettaglio, ma probabilmente sui numeri hanno pesato fattori diversi: dalla coda del Covid, all'ondata di caldo del mese di luglio, fino all'influenza delle ultime settimane dell'anno.

IL METODO

I dati sono quelli che l'Istat raccoglie su base giornaliera attingendo all'Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) e all'Anagrafe tributaria, e diffonde poi in anticipo rispetto al bilancio demografico annuale: una consuetudine nata proprio a seguito dell'esplosione pandemica per permettere un'analisi più tempestiva dei fenomeni in atto. Confrontando le cifre del 2022 con quelle degli anni precedenti - elaborate secondo la stessa metodologia - emerge una ripresa della mortalità che si concentra nella fascia degli ultraottantacinquenni. Più nel dettaglio, lo scorso anno ha fatto registrare in totale oltre 713 mila morti, circa 4.500 in più rispetto ai dodici mesi del 2021; periodo nel quale c'era stata una visibile discesa rispetto al record del 2020 (746 mila decessi, sempre calcolati attraverso i dati giornalieri di fonte Anpr).
Il dato complessivo è il risultato di un andamento differenziato tra le varie fasce di età.

Consideriamo la popolazione fino a 64 anni: il numero di morti (poco meno di 72 mila) si è ridotto in valore assoluto rispetto all'anno precedente di circa 4 mila unità; la tendenza risulta negativa anche se rapportata al peso di questa componente demografica. Insomma tra i minori e gli adulti non si registra nessun andamento anomalo. Anche tra coloro che hanno tra i 65 e i 74 anni c'è una riduzione vistosa, mentre nella fascia che va da 75 a 84 il numero è in lievissimo aumento, ma si tratta sostanzialmente di un'illusione ottica perché la relativa popolazione ha nel frattempo subito un incremento.

LE ANALISI

Guardiamo invece la situazione dagli 85 anni in su. Il numero assoluto dei defunti del 2022 è risalito da 331 mila a 348 mila circa: un valore non lontanissimo dai quasi 354 mila contabilizzati nel 2020. Anche il tasso di mortalità rapportato al peso di questa componente della popolazione segue un andamento analogo, pur se un po' meno marcato. Cosa è successo? Analisi accurate potranno essere fatte in una fase successiva, con dati più dettagliati (anche sulle cause di morte) ma intanto si può osservare che i tre mesi con la maggiore mortalità sono stati gennaio, luglio e dicembre. Dunque tra i fattori che probabilmente hanno inciso ci sono il Covid che ancora si faceva sentire a inizio anno (insieme ad altre malattie stagionali) il picco di caldo in estate e a fine 2022 la forte diffusione dell'influenza. Una evidente risalita del cosiddetto "eccesso di mortalità" è stata del resto registrata a dicembre in molti Paesi europei.
L'eccesso di mortalità misura proprio lo scostamento tra i decessi attesi (sulla base dei valori medi degli anni precedenti) e quelli effettivi. In questo senso il biennio 2021-2022, nonostante il regresso rispetto all'anno in cui il Covid aveva fatto irruzione sulla scena, resta sensibilmente al di sopra della media 2015-2019; periodo caratterizzato da quasi 646 mila morti complessivi, di cui "solo" 297 mila riferiti alla popolazione di 85 anni e oltre. Va comunque osservato che nei prossimi decenni il numero dei morti è destinato ad aumentare in modo costante semplicemente per il peso crescente degli ultra-anziani sul totale della popolazione.

I TERRITORI

Infine i dati dell'Istat permettono anche un'analisi geografica: la ripresa della mortalità è localizzata soprattutto al Nord, particolarmente in Regioni come Lombardia, Liguria e Piemonte, mentre Emilia-Romagna e Friuli sono in controtendenza. Invece il Centro fa segnare un incremento più modesto e allineato con quello medio nazionale (nel Lazio c'è una leggerissima diminuzione). Al contrario, risulta una riduzione della mortalità al Mezzogiorno: le Regioni che evidenziano cali relativamente più intensi sono Puglia e Sicilia. Va ricordato che i territori settentrionali nel 2021 avevano avuto un forte decremento della mortalità dopo il balzo senza precedenti del 2020, mentre al Sud e nelle isole l'andamento era stato opposto.

 

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