Omicron, boom contagi ma Delta «uccide di più»: ecco perché c'è basso tasso ricoveri

Omicron, boom contagi ma Delta «uccide di più»: ecco perché la nuova variante ha un basso tasso ricoveri
Omicron, boom contagi ma Delta «uccide di più»: ecco perché la nuova variante ha un basso tasso ricoveri
di Diodato Pirone
Giovedì 6 Gennaio 2022, 12:20 - Ultimo agg. 17:03
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Scuotono i quasi 500 decessi da Covid in due giorni: 259 l'altro ieri e 231 ieri. Fanno tornare alla mente i giorni peggiori della pandemia, quelli delle stragi da 6 o 700 morti al giorno, che pensavamo di esserci lasciati alle spalle. Che cosa sta succedendo davvero? Dobbiamo tornare a pensare al peggio? A sentire gli addetti ai lavori siamo di fronte a una situazione complicata ma non da panico. Insomma, non c'è necessità di fasciarsi la testa prima di essersela rotta.


Perché? Fissiamo un primo paletto: in Italia non c'è alcuna anomalia. Basta verificare i dati della mortalità da Covid degli ultimi giorni in Europa per vedere che sostanzialmente Italia, Francia e Germania si muovono dentro una fascia statistica che oscilla fra i 4 e i 5 morti per milione di abitanti. Gli Stati Uniti viaggiano a velocità più elevata (7 morti per milione di residenti il 4 gennaio) mentre la Gran Bretagna ha una mortalità bassissima, addirittura inferiore a 1.


Terze dosi e anziani - Per valutare con un minimo di senso compiuto questi dati occorre inserire due fattori di base: il livello di protezione con terza dose delle varie popolazioni e il livello di invecchiamento perché, com'è noto, il Sars CoV-2 colpisce in modo più severo soprattutto gli ultrasessantenni. Ebbene, come si può osservare dal grafico qui in basso, si può notare che la Gran Bretagna è avvantaggiata rispetto agli altri Paesi europei sia per aver protetto con la terza dose il 51% della popolazione sia per la relativa giovane età dei suoi cittadini che in media è vicina ai 40 anni (contro gli oltre 47 degli italiani).


Stabilite queste coordinate di base ora cerchiamo di capire su quale livello di allarme dobbiamo tararci. Dice l'epidemiologo Perluigi Lopalco: «I numeri possono essere gonfiati. In questo periodo festivo i servizi amministrativi spesso accorpano i decessi dei giorni precedenti. Inoltre buona parte di questo picco di mortalità è figlio di infezioni di una ventina di giorni fa, quando in Italia circolava solo la variante Delta. Dunque bisogna stare attenti: l'ondata di contagi da Omicron che registriamo in questi giorni non va sommata al picco dei decessi.

Anche Omicron farà male ma molto meno di Delta».


«Occorre essere molto prudenti nell'analisi dei numeri di questi giorni - aggiunge Massimo Ciccozzi che insegna epidemiologia molecolare al Campus Biomedico - Sicuramente una buona parte di questi 500 decessi dipendono dalla mancata vaccinazione di una parte della popolazione. Ma qualche caso è impropriamente classificato come morte da Covid perché tutti i pazienti ospedalieri vengono tamponati e possono essere positivi ma singoli decessi sono dovuti a malattie gravi o ad esempio a infarti che stroncano una persona che è anche contagiata».

Anche un analista specializzato nei numeri come il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento, non suona la campanella d'allarme. «Fino a prima di Natale i decessi in Italia aumentavano al ritmo del 3,5% al giorno - spiega Battiston - Erano gli effetti della Delta che è più micidiale dell'Omicron. E' ragionevole pensare che in questa fase solo una parte dei contagi totali siano ancora Delta e quindi la mortalità non dovrebbe esplodere».


Gli addetti ai lavori guardano soprattutto agli effetti di Omicron che però dai primi studi inglesi diffusi nei giorni scorsi sembra essere contagiosissima (è facile essere infettati anche a 5 metri di distanza) ma poco mortale. Secondo la Health Scurity Agency, che ha verificato 510.000 casi britannici da Omicron le ospedalizzazione sono state appena 3.000, lo 0,6% del tatale e pochissimi i decessi. «Ormai è chiaro - chiosa Lopalco - Con i vaccini e con Omicron stiamo parlando di un'altra pandemi. Dobbiamo cambiare analisi, risposte e stili di vita».

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