Omicron 5, dopo quanto ci si reinfetta? Cauda: «A rischio già dopo un mese. Tutto luglio in emergenza»

L’infettivologo del Gemelli: «Questa variante è 10 volte più trasmissibile del virus iniziale»

Omicron 5, dopo quanto ci si può ricontagiare?. Cauda: «Reinfezioni in un mese, tutto luglio in emergenza»
Omicron 5, dopo quanto ci si può ricontagiare?. Cauda: «Reinfezioni in un mese, tutto luglio in emergenza»
di Mauro Evangelisti
Sabato 2 Luglio 2022, 22:00 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 16:37
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I contagi aumenteranno per tutto il mese. E chi ha già avuto il Covid non deve abbassare la guardia: la Omicron 5 aggira anche l’immunità naturale. «Chi è stato contagiato un mese fa, quasi certamente con una differente sottovariante - osserva il professor Roberto Cauda, infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma - ora rischia di nuovo l’infezione». Ci sono però anche notizie migliori: si conferma che la malattia provocata dalla 5, solitamente, non è grave. E questa fiammata estiva potrebbe evitarci una nuova ondata in autunno.

Professore, siamo vicini ai 100mila casi positivi al giorno. Dobbiamo spaventarci?
«Ci aspettavamo questa ondata in autunno, non ora. La diffusione di queste due sottovarianti di Omicron, la 5 ma anche la 4 che è molto simile, ha cambiato lo scenario. Tenga conto che la 5 è dieci volte più trasmissibile della versione originale di Sars-CoV-2. A livello mondiale c’è stato un incremento dei casi, in una settimana, del 18 per cento».
Vede, c’è da spaventarsi.
«No. Ma serve prudenza. La 4 e la 5 hanno la caratteristica di non darci una malattia grave. Osserviamo molto di più forme respiratorie alte con raffreddore, mal di gola, malessere, dolori, piuttosto che polmoniti. Attenzione, però: anche se la virulenza del virus è minore, laddove tu hai una trasmissione alta, il numero dei soggetti colpiti è elevato. In altri termini: anche una percentuale bassa di forme gravi rappresenta un problema su numeri alti. Le osserviamo soprattutto in chi non è vaccinato, in chi è fragile, in chi ha una immunità compromessa. E potrebbero diventare un peso per il sistema sanitario. Per fortuna, comunque, le due curve non coincidono: quella dei ricoveri è molto più bassa rispetto a quella delle infezioni».
Ma è vero che la versione iniziale della Omicron non colpiva i polmoni, mentre la 4 e la 5 lo fanno?
«C’è uno studio, non pubblicato che sappia io, di un gruppo giapponese. Però riguarda solo le cavie, i criceti. Ipotizza una malattia più grave. Ma l’esperienza clinica ci sta dicendo tutt’altro. E anche un recente documento dell’Ecdc svedese parla di forme meno gravi».
Restiamo più a lungo all’aperto: perché questo non ci sta proteggendo come avvenne nelle estati del 2020 e nel 2021?
«Abbiamo sempre considerato l’estate un porto franco, ma la tregua dei virus era frutto di casualità.

Nell’estate del 2020 abbiamo avuto l’effetto del lungo lockdown. E già ad agosto cominciarono i focolai. Nel 2021 c’era un altro elemento: le persone si erano vaccinate da poco, la protezione era più forte anche dall’infezione».

 

Non è protetto chi ha già avuto il Covid?
«Con la 5 c’è un’alta percentuale di reinfezioni, ormai siamo al 10 per cento. Anche in tempi abbastanza veloci si rischia. Pure se si è stati contagiati solo un mese fa. L’immunità indotta dalla terza dose conferisce una immunità nei confronti dell’infezione maggiore di quella che deriva dall’infezione naturale, secondo una recente studio. Però è minore rispetto alle altre varianti. In sintesi: anche chi ha fatto la terza dose può infettarsi, però sono meno numerose le forme gravi di malattia. E non sappiamo se la minore virulenza di Omicron sia legata al virus stesso o, come io penso, sia dovuta alla barriera dei vaccini. Che ci difende anche se sono passati molti mesi dalla terza dose, perché è legata all’immunità cellulare che dura di più».
Quando inizierà la discesa dei nuovi casi?
«Guardiamo all’esperienza del Portogallo, un Paese simile al nostro per età media e per numero vaccinati. Lì Omicron 5 è arrivata prima e la crescita è durata circa quattro settimane, i ricoveri sono raddoppiati, ma comunque sono rimasti su numeri gestibili. Se anche in Italia andrà allo stesso modo, a metà luglio inizierà la discesa, altrimenti bisognerà attendere la fine del mese. Dopodiché, io penso che la forte diffusione dell’Omicron 5 sommata all’immunità da vaccino ci eviterà una forte ondata in autunno. Questo, ovviamente, se non emergeranno nuove varianti».
Ci vaccineremo contro la Omicron? Giusto rinunciare alle mascherine? Eliminerebbe l’isolamento per i positivi sintomatici?
«Ormai sono pronti i vaccini adattati alla Omicron e li useremo in autunno. Ma sono anche allo studio quelli che proteggeranno contro tutti i coronavirus, servirà più tempo, ma sono convinto che arriveranno prima di quanto pensiamo. Sulle mascherine io invito tutti, al di là dell’obbligo, a indossare la Ffp2 al chiuso. Sull’isolamento: prima o poi sarà eliminato, ci comporteremo come avviene per l’influenza. Ma è ancora troppo presto per farlo».

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