Omicron, a Pechino test di massa per 3,5 milioni di persone: code nei negozi. Crollano Borse e petrolio

Nella capitale cinese si sono registrati 14 nuovi casi e le autorità hanno disposto test di massa mentre la popolazione teme un lockdown sul modello Shanghai

Omicron, a Pechino test di massa per 3,5 milioni di persone: code nei negozi. Crollano Borse e petrolio
Omicron, a Pechino test di massa per 3,5 milioni di persone: code nei negozi. Crollano Borse e petrolio
Lunedì 25 Aprile 2022, 12:03 - Ultimo agg. 26 Aprile, 12:29
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Code nei supermercati per fare scorte di generi alimentari, scaffali vuoti e tamponi a tappeto. La morsa di Omicron continua a stringere la Cina e a Pechino, dopo l'esperienza di Shanghai dove 25 milioni di persone sono chiuse in casa da settimane, ora anche gli abitanti temono un nuovo durissimo lockdown

Ieri le autorità di Chaoyang, il più grande distretto della capitale con circa 4 milioni di abitanti, hanno ordinato test anti-Covid obbligatori sulla popolazione e sui lavoratori dell'aerea da tenere oggi, mercoledì e venerdì.

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Mentre a Shanghai sono stati segnalati 51 nuovi decessi, a Pechino si sono registrati 14 nuovi casi. Il totale nella capitale è di 55 persone contagiate, un numero che fa temere il peggio dopo che per una settimana «il virus è sfuggito ai rilevamenti». 

Anche per questo nella capitale cresce la paura di un lockdown sul modello di Shanghai dove numerose proteste della popolazione hanno messo in evidenza difficoltà di approvigionamento e carenze di cibo. Così i residenti di Pechino si sono precipitate nei supermercati per fare scorte, malgrado le rassicurazioni delle autorità cittadine sulla continuità degli approvvigionamenti. 

 

Il clima a Pechino: code per i test e supermercati presi d'assalto 

A Sanlitun, uno dei quartieri più trafficati, sono attivi en 6 centri provvisori per i test gratuiti presidiati da operatori sanitari davanti ai quali si sono formate lunghe file. Code più snelle sono visibili davanti ai centri per tamponi più piccoli e a pagamento (25 yuan, circa 3 euro).

Davanti ai supermercati già dalle prime ore del mattino si sono create lunghissime code, e negli scaffali cominciano a mancare alcuni beni, come verdura fresca e patate. Molti articoli sono andati esauriti già domenica sulle app di consegna di generi alimentari, in particolare nella zona di Chaoyang. 

Pechino ha imposto anche controlli severi sull'ingresso in città: tutti i viaggiatori sono tenuti a sottoporsi a un test anti-Covid negativo entro le 48 ore. 

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A Pechino si teme un nuovo lockdown

La Cina assicura che non si rilasserà nella lotta al Covid-19 e proseguirà con la strategia di "Tolleranza zero" per bloccare l'avanzata della variante Omicron. Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, in risposta a una domanda sui timori di lockdown a Pechino sul modello Shanghai, ha replicato che «di fronte alla variante Omicron, la Cina non cederà, ma avanzerà nella guerra per bloccare Omicron». Pur riconoscendo l'impatto sull'economia, Wang ha rimarcato gli sforzi anti-epidemici del governo, sottolineando che già con la variante Delta la Cina aveva ottenuto «risultati notevoli. Vinceremo sicuramente e daremo maggiori contributi al mondo».

Cina nella morsa di Omicron: contagi in altre 17 province

La Commissione Sanitaria Nazionale ha affermato che in Cina continentale sono stati segnalati 2.666 nuovi casi confermati di Covid-19 di cui 2.472 a Shanghai. Secondo le autorità, il virus si sta diffondendo in altre 17 province, tra cui lo Jilin con 79 contagi, l'Heilongjiang con 26 e Pechino con 14. 

In tutto Shanghai ha riferito di 16.983 asintomatici a trasmissione locale sui 17.528 rilevati in totale nella Cina continentale. A seguito della guarigione di 2.982 ricoverati negli ospedali in Cina restano 29.178 casi Covid-19. Ieri i morti per Covid sono stati 51, tutti a Shanghai, che portano il totale delle vittime a quota 4.776.
 

Il timore del lockdown spaventa le borse: crollano Shanghai e Shenzhen 

L'avanzata del Covid in Cina spaventa anche le borse che hanno registrato il crollo dei listini cinesi di Shanghai (-5,1%) e Shenzhen (-6,5%). Effetti che si ripercuotono anche in Europa, dove Londra cede l'1,7%, Parigi l'1,5%, Milano l'1,4% e Francoforte l'1,2%. 
Gli effetti si sono manifestati sulle materie prime, a partire dal petrolio (-3,8%), con il wti a quota 98,3 dollari al barile e il brent a 102,8 dollari. Il rischio di una riduzione  della  omanda di Pechino ha fatto crollare anche le altre commodity: a Shanghai i future sull'alluminio hanno perso il 47%. In calo anche i metalli preziosi come l'oro (-1,1%),  l'argento (-2,3%) e il palladio (-3,5%). 

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