«Omicron e feste di Natale fanno correre l'epidemia, il calo fra due settimane»: la previsione del matematico Sebastiani

Omicron, Sebastiani: «Variante e feste di Natale fanno correre l'epidemia: il calo fra due settimane»
Omicron, Sebastiani: «Variante e feste di Natale fanno correre l'epidemia: il calo fra due settimane»
di Mauro Evangelisti
Venerdì 7 Gennaio 2022, 06:26 - Ultimo agg. 14:37
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«Tra una settimana si abbasserà la percentuale di positività dei tamponi molecolari, successivamente ci sarà la discesa anche dei nuovi casi positivi, direi tra altri sette-dieci giorni». Il professor Giovanni Sebastiani, matematico dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), vede all'orizzonte quello che, con una semplificazione sempre insidiosa, possiamo definire picco. Avverte però: ci sono ancora delle incognite, se continuassimo con la tendenza attuale, tra 30-40 giorni avremmo tutta l'Italia in fascia rossa a causa del numero dei ricoveri. «Oggi l'epidemia, trainata presumibilmente dalla Omicron, sta correndo soprattutto in Toscana, Emilia-Romagna, Abruzzo e Lombardia».

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Perché dice che l'inversione di tendenza potrebbe avvenire tra una settimana?
«Io baso i miei calcoli su un dato che è sempre più affidabile degli altri: la percentuale dei positivi rispetto al totale dei tamponi molecolari.

Oggi siamo al 25 per cento, diciamo uno su quattro. Questa percentuale crescerà ancora, arriverà a un massimo tra il 25 e il 30 per cento, ma tra sette giorni circa inizierà a scendere».

Diminuirà anche il dato assoluto dei positivi?
«Non subito, vedremo calare il numero delle infezioni registrate ogni giorno dopo altri 7-10 giorni. Non mi chieda però quale picco raggiungeremo, perché sono previsioni che hanno poco senso. Ciò che conta è la tendenza».

Però lei dice anche: se si mantiene l'attuale tasso di crescita, tra 30-40 giorni gli l'Italia sarà tutta rossa, perché la saturazione degli ospedali sarà oltre i limiti. Non è in contraddizione sulla previsione del picco?
«No, io devo tenere conto anche dello scenario peggiore. Ad esempio, dobbiamo comprendere che effetto avremo con la riapertura delle scuole. Inoltre, sia con la Delta sia con la Omicron abbiamo capito che, rispetto ad altre fasi della pandemia, le ondate sono meno regolari. Lo stiamo vedendo sia in alcune regioni sia in altre nazioni europee. Ad una discesa può seguire subito una risalita. Fatte tutte queste premesse, per me l'ipotesi più probabile è un calo della percentuale dei tamponi molecolari positivi tra una settimana, del numero dei casi sette-dieci giorni dopo».

I ricoveri stanno aumentando in modo preoccupante.
«Sì, non c'è dubbio. Va anche detto però che rispetto all'anno scorso il rapporto tra casi e ricoveri è sette volte più basso, questo è importante. Ovviamente è l'effetto benefico dei vaccini».

Secondo lei la recente impennata delle infezioni ci dice che la Omicron ormai è dominante?
«Per una conclusione di quel tipo servirebbero i sequenziamenti, che in Italia non facciamo in numero sufficiente. Da matematico vedo che da 12-14 giorni c'è stato un incremento molto alto. Penso a due fattori: le attività legate al Natale e la diffusione della Omicron».

Quali sono le Regioni maggiormente in sofferenza che fanno pensare a un'alta diffusione della variante Omicron?
«Oggi direi Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Abruzzo».

E tra le province chi corre di più?
«Possiamo guardare a due tipi di indicatori. Uno ci dice quanto è aumentata da una settimana all'altra l'incidenza, più è alta più la velocità di crescita dell'incidenza è marcata. L'altro è quello dell'incidenza corrente, il numero di casi ogni 100mila abitanti su base settimanale. Per il primo indicatore, in dato più alto è a Parma, dove l'incidenza è aumentata di 5,1 volte in una settimana, seguono Nuoro (4,9), Chieti (4,8), Modena (4,0), Teramo (3,9), Bologna (3,8), Pescara (3,8), Rimini (3,7), Ferrara (3,6) e Caltanissetta (3,5). Roma è a 2,6. Per quanto riguarda l'incidenza, la provincia con più positivi a settimana ogni 100mila abitanti è Rimini (3.451), seguono Firenze (3.347), Lodi (3.082), Monza (2.987), Pisa (2.798), Prato (2.784), Milano (2.703), Siena (2.637), Ravenna (2.592) e Pistoia (2.520).

Il Lazio è destinato a passare in arancione?
«Può succedere tra due-tre settimane».

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