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Omicron, reinfezioni da Covid: donne e non vaccinati i soggetti più a rischio

Lo studio dell’Istituto di Sanità: oltre 230mila segnalazioni fra agosto e febbraio. Particolarmente coinvolte le insegnanti. Il secondo contagio in 3 casi su 100 guariti

Omicron, reinfezioni da Covid: donne e non vaccinati i soggetti più a rischio
Omicron, reinfezioni da Covid: donne e non vaccinati i soggetti più a rischio
di Diodato Pirone
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 27 Febbraio 2022, 22:16 - Ultimo agg. : 2 Marzo, 09:04
4 Minuti di Lettura

L’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità rilancia l’allarme sul fronte delle reinfezioni da Covid-19. L’Iss, infatti elenca le categorie che sono più esposte alla possibilità di riprendere il virus a pochi mesi dalla guarigione. Non si tratta di casi rarissimi visto che dall’agosto scorso il Covid è tornato a colpire ben 232.818 italiani che erano usciti da un primo contagio. Chi è più a rischio? Innanzitutto i non vaccinati e le donne, in particolare le insegnanti. Se la sorpresa è modesta per il coinvolgimento di chi non si è protetto, l’Iss spiega le maggiori reinfezioni delle donne rispetto agli uomini proprio per l’alto numero di professoresse che, fatalmente, lavorano in un ambiente come quello scolastico, dove la circolazione del Covid resta alta. Altre categorie che registrando un maggior grado di reinfezioni sono quelle dei guariti da più di 7 mesi, dei vaccinati con una sola dose da più di 4 mesi e la fascia d’età fra i 12 e i 49 anni. Fino a gennaio, invece, si erano riammalati più i 20-39enni (39% del totale delle reinfezioni), seguiti dai 40-59enni (34%).

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L’andamento

Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni da Covid-19 sul totale dei casi segnalati è pari a 3,1 per cento dei contagi totali, in leggera diminuzione rispetto al 3,2 per cento della settimana precedente. 
Va considerato che la variante Omicron (com’è noto diffusasi velocemente tra dicembre e gennaio, fino a diventare dominante in Italia) è un catalizzatore di reinfezioni. L’Iss spiega infatti come sia «probabile che con l’aumento della circolazione della variante Omicron il rischio di reinfezione possa aumentare come riportato da un recente studio pubblicato nel Regno Unito dall’Imperial College che ha evidenziato come la circolazione della variante Omicron sia associata a un rischio relativo di reinfezione di 5,41 volte superiore rispetto alla variante Delta».

I numeri

Anche secondo lo studio dell’Imperial College la probabilità di contrarre una reinfezione risulta più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose. A loro si aggiungono gli operatori sanitari.
L’Iss monitora il fenomeno da tempo. Le reinfezioni sono state 21 mila i casi nei non immunizzati tra metà dicembre e metà gennaio, contro 2.800 casi tra i vaccinati con almeno una dose al momento della prima diagnosi e 65 mila tra coloro che hanno ricevuto il vaccino dopo la prima diagnosi. Anche fra gli operatori sanitari le reinfezioni sono state tante: oltre 4 mila in un mese, a fronte di 37 mila prime diagnosi.

In calo ricoveri e decessi

Intanto, in Italia scende la mortalità da Covid e anche le strutture sanitarie continuano a sentire meno la pressione dei ricoveri. Le terapie intensive, secondo i dati Agenas, sono infatti già da qualche giorno sotto la soglia critica del 10% e toccano ora l’8% dell’occupazione dei letti. I reparti di area non critica continuano poi a decongestionarsi, avvicinandosi alla soglia del 15% (ora al 17%). In tutto sono 4 le regioni (Lombardia, Molise, Piemonte e Veneto) e le due province autonome di Bolzano e Trento a registrare entrambi i valori sotto la soglia critica del 10% per le intensive e del 15 per i reparti. I dati della mortalità in Italia per il periodo 1-15 febbraio segnalano ancora valori superiori all’atteso sia al nord (+4%) che al centro-sud (+15%), in particolare a Torino, Genova, Rimini, Ancona, Terni, Roma, Latina, Napoli, Taranto, Palermo, Catania e Siracusa. Ma il rapporto settimanale di sorveglianza Sismg al 15 febbraio evidenzia una mortalità in calo sia al nord che al centro-sud rispetto alla settimana precedente. Un confronto tra ondate di Covid-19 fa emergere che nell’ondata in corso, l’impatto è minore rispetto alle precedenti. Nella quarta l’eccesso di mortalità è del 13% rispetto al 30% nelle prime due ondate. Come detto, anche se i dati della domenica non sono mai giudicati rappresentativi, si registrano 30.629 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore. Sabato erano stati 38.375. Le vittime sono invece 144 (sabato erano state 210). A fronte di 317.784 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati, il tasso di positività è al 9,6%. Nel frattempo le prime dosi del vaccino Novavax, arrivate sabato in Italia, hanno raggiunto le regioni e già domani sono previste le prime somministrazioni in Lombardia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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